T rump insiste che «il voto è truccato». A parte che è una scemenza, ma non sarà mai truccato quanto lui, porca miseria, che si spalma l'intonaco arancione e attorciglia a destra e a manca quella povera ciocca per inscenare una chioma.

Eppure nessuno ci fa più caso: quella ormai è la sua faccia, benché chiunque sappia che è un volto di scena. Come il cerone e la mascagna del Berlusca, che neppure i nemici vorrebbero vedere al naturale per paura di impietosirsi e volergli un po' di bene.

La sospensione dell'incredulità è il meccanismo che consente di godersi una storia pur sapendo bene che è inventata. Ma è un meccanismo delicato, che nessun narratore metterebbe a repentaglio: se Tolkien avesse scritto una cosa tipo “Gli hobbit sono bassi e tenaci e me li sono inventati giovedì”, i lettori lo avrebbero mandato a quel paese. Invece gli elettori no, sono molto più complici e tolleranti dei lettori. Forse perché la lettura è un'esperienza intima mentre la militanza è agonistica, a destra e a sinistra. Quanti all'apparire di Renzi pensarono: “Questo le dice grosse ma magari ci farà vincere, finalmente”?

E questa è la democrazia, che i social hanno reso ancora più tribale. Poi, per carità, un'alternativa c'è sempre: si chiama dittatura e ci stiamo lavorando anche in Europa, per ora soprattutto all'Est.

Poi cos'altro? Ah, sì: arrivano le feste. Bello.

CELESTINO TABASSO
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