L a maxivincita al Superenalotto ha rinvigorito l'attitudine dei sassaresi al dibattito. Esclusa all'unanimità l'ipotesi che sia stato un turista a giocare la schedina («E cosa ci va a fare un turista a Luna e Sole? A fotografare tuo cognato?»), una percentuale piccola ma significativa ha sposato lo slogan «Speriamo che crei indotto spendendo in città» (sottotitolo: «Già non ci uscirà a Cagliari a comprarsi lo yacht»), mentre una élite pensosa si è interrogata sull'effetto che l'evento può avere su una città già molto afflitta dalla ludopatia. La grande maggioranza però si è voluttuosamente dedicata al gioco di società del «tu con 59 milioni cosa faresti?». E così il “6” colossale ha regalato a molti almeno cinque minuti di fantasticherie, come se il titanico regalo di Babbo Natale avesse sparso lungo il suo tragitto una scia di polvere fatata. Poi, certo, anche la magia va assaporata. Soprattutto se gratuita.

Anni e anni fa (c'era ancora la lira) in una tv sassarese si discuteva pigramente di un ricchissimo 13 al Totocalcio. Un redattore che voleva sembrare saggio dichiarò: «A me basterebbero 50 milioni: mi chiudo il mutuo e mi compro un gommone di quelli toghi». Un collega scosse la testa, amareggiato, e dopo un breve silenzio diagnosticò: «Compa', tu sei un miserabile anche sognando».

CELESTINO TABASSO
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