La Sardegna, fin dall'inizio dell'epidemia di Coronavirus, ha fatto registrare numeri da record nella diffusione del contagio da tra il personale sanitario. Lo ha denunciato il deputato sardo 5 Stelle Mario Perantoni in un'interrogazione depositata venerdì scorso alla Camera, a cui hanno aggiunto la loro firma i colleghi, anche loro sardi e anche loro pentastellati, Mara Lapia, Lucia Scanu, Luciano Cadeddu ed Emanuela Corda. L'atto sollecita il ministro della Salute Roberto Speranza ad intervenire per verificare se nelle varie strutture ospedaliere siano stati rispettati i protocolli di sicurezza e se medici, infermieri e operatori sanitari siano nelle condizioni di lavorare in sicurezza e assicurare a tutti le cure necessarie. "I primi focolai del virus si sono verificati in ambito ospedaliero", spiega l'interrogazione, "dapprima al San Francesco di Nuoro e in seguito, in misura molto più allarmante, al Santissima Annunziata di Sassari, oltre che negli ospedali di Alghero, Olbia, Ozieri, Oristano e Cagliari. Secondo i dati della Regione", prosegue Perantoni "sul totale dei positivi in Sardegna, il 24% sono operatori sanitari. In particolare, l'84,7% dei contagi degli operatori sanitari sardi è avvenuto in ambienti ospedalieri (il 69%) e in strutture sanitarie di assistenza (il 15,7%). Solo il 7,8% dei sanitari positivi ha contratto il virus in ambienti extra-ospedalieri; mentre, per il restante 7,5%, non è stato invece possibile ricostruire la catena del contagio". "Solo a seguito dell'esplosione - o scoperta - di focolai infettivi all'interno delle residenze sanitarie assistenziali (Rsa)", incalza il deputato 5S, "nelle ultime settimane anche in Sardegna sono scattati i controlli a tappeto con tamponi a tutti i pazienti e dipendenti". "La provincia più colpita è quella di Sassari", fa sapere "dove, tra ospedali e Rsa, sono stati registrati oltre il 50% dei casi totali e negli ambienti di cura si sono verificati gravi episodi sui quali anche le competenti procure della Repubblica hanno cominciato ad indagare". "È inevitabile e urgente, dunque", conclude l'atto, "che si provveda tempestivamente per evitare di far precipitare la sanità sarda e sassarese oltre il punto di non ritorno".

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