Il limite di 12 metri di lunghezza per le imbarcazioni che operano nelle aree marine protette ha fino ad oggi consentito di gestire le capacità di pesca in maniera sostenibile. Il sottosegretario all'Ambiente Roberto Morassut ha subito chiarito la posizione del suo ministero in riferimento all'interrogazione a risposta immediata in commissione (5-03546) firmata da Silvia Fregolent (IV). Le modifiche apportate al decreto ministeriale del 7 dicembre 2016 che disciplina l'accesso alle agevolazioni europee per programmi di sviluppo a tutela dell'ambiente sono state oggetto di un'attenta valutazione da parte del ministero dell'Ambiente, ha spiegato Morassut, coadiuvate anche dal parere tecnico dell'Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) grazie al quale si è rilevata l'impossibilità di attuare il decreto nella parte relativa alla campagna del tonno rosso. Relativamente all'area marina "Penisola del Sinis - Isola di Mal di Ventre", ha puntualizzato il rappresentante del governo, era stata concessa una deroga al 31 dicembre 2018 per le imbarcazioni con lunghezza superiore ai 12 metri che praticano l'esercizio della pesca. Un allungamento dei tempi doveva consentire l'adeguamento sia della lunghezza delle unità da pesca, entro la metratura stabilita, sia della licenza per l'esercizio della pesca costiera locale. Alla scadenza della proroga è stato rilevato, però, che nessuna imbarcazione aveva provveduto ad adeguarsi ottenendo così una proroga straordinaria da parte del ministero dell'Ambiente, nel febbraio 2019, fino al termine ultimo del 31 agosto 2019. Prima dell'ulteriore scadenza, ha sottolineato Morassut, il soggetto gestore dell'area marina ha richiesto una modifica al regolamento di esecuzione e organizzazione (Reo) dell'area marina Penisola del Sinis per consentire l'attività di pesca alle imbarcazioni oltre i 12 metri "fino ad esaurimento", cioè alla cessazione dell'attività. Una richiesta di questa portata non è sostenibile rispetto al sistema delle aree marine protette, ha chiarito il sottosegretario, ed è stata infatti declinata con una nota inviata ai soggetti gestori delle aree marine protette, a Legacoop Sardegna e alla direzione generale della pesca marittima e dell'acquacoltura del Mipaaf. Ad oggi, però, il ministero sta valutando la possibilità di un'ulteriore deroga a dicembre 2020 a favore anche degli aspetti socio-economici legati alle attività di pesca delle imprese.

 

© Riproduzione riservata