La Sardegna nasconde un universo di acqua dolce che in pochi conoscono. Un mondo incontaminato spesso distante dalle spiagge assolate di sabbia finissima, che vive seguendo i ritmi lenti della natura, anche durante le estati più caotiche. Offrendo spettacoli unici e a volte impensabili per chi è abituato a trascorrere una torrida vacanza in riva al mare.

Di che parliamo? Ma del grande patrimonio di laghi e fiumi sparsi dal nord al sud dell’Isola, rappresentato da piccoli e grandi corsi d’acqua nati da sorgenti vergini o da bacini artificiali, ognuno dei quali custode di esperienze ineguagliabili

Oasi naturali

Un ipotetico itinerario a tema potrebbe per esempio partire dal profondo nord dell’Isola, dalle sponde del lago Baratz, l’unico naturale presente in Sardegna, a pochi chilometri dai vigneti che prosperano alla periferia di Alghero. Attorno alle sue acque vive una fauna variegata che attira ogni anno numerosi turisti.

Gli amanti del bird watching possono scegliere però anche un altro santuario, quello preservato poco più a nord a Valledoria, risalendo il fiume Coghinas. Qui Giosuè Serreli, titolare de L’Alta Bhanda, gestisce da anni un servizio di escursioni in battello spingendosi fino a quasi otto chilometri verso l’interno. «Le visite possono essere fatte tutto l’anno - assicura l’esperto - sono sicure e adatte a chiunque, dalle scolaresche alle persone con disabilità.

A bordo, grazie ai binocoli in dotazione, o lungo i percorsi ciclabili è possibile avvistare specie quasi uniche in Sardegna, come gruccioni, aironi rossi e sgarze ciuffetto».

Specchi dorati

Scendendo verso sud sarebbe quasi impossibile non incrociare il letto del Tirso, il più lungo fiume della Sardegna che dalle sorgenti tra Buddosò e Bitti si getta nel golfo di Oristano a 152 chilometri di distanza.

A circa metà del percorso il fiume alimenta il bacino artificiale dell’Omodeo, il più grande invaso dell’Isola dove è anche possibile praticare canottaggio, canoa, sci nautico ed escursioni in barca.

Verso est, non si può rinunciare a una gita sul Cedrino, quinto fiume dell’Isola per lunghezza e protagonista silenzioso del romanzo Canne al vento di Grazia Deledda. Le sue acque sgorgano dal Supramonte di Orgosolo e dopo un percorso tortuoso di 80 km sfociano all’altezza di Orosei, ingrossando durante il tragitto anche l’omonimo lago.

Da tre anni Maria Giovanna Fronteddu, titolare dell’agenzia Orientale Sarda, organizza escursioni in canoa sulle acque del territorio. «Sono alla portata di tutti e possono essere fatte da soli o con l’aiuto di una guida - spiega la donna - e quando il livello dell’acqua lo permette si possono raggiungere anche le sorgenti di Su Gologone. ideali per chi cerca un’esperienza più in sintonia con la natura, lontana dai ritmi frenetici di spiagge affollate».

Flumendosa e Temo

La lista dei bacini sardi non finisce qui e comprende tantissime oasi. Tra queste si possono citare i laghi nati dal Flumendosa: il Bau Muggeris, il basso Flumendosa e il Mulargia.

Ma l’elenco non sarebbe completo senza menzionare il Temo, unico fiume sardo navigabile e simbolo identitario di Bosa. Verso l’interno, all’altezza di Monteleone Rocca Doria, forma un lago artificiale che da decenni custodisce il piccolo villaggio medievale di Tudera, visibile solo quando il livello delle acque si abbassano sufficientemente.
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