A Lucia Borgonzoni, bolognese, 43 anni, candidata alle elezioni regionali in Emilia-Romagna, non piace molto sentirsi ricordare che suo nonno era un partigiano comunista oppure rispondere alle domande sul padre che di recente ha brindato con il fondatore delle Sardine, Mattia Santori.

Lei ha seguito le orme della madre, leghista della prima ora. Si è tesserata con la Lega Nord a soli 16 anni prima ancora di conseguire il diploma in Arti figurative all'Accademia delle Belle Arti di Bologna con una tesi in Fenomenologia degli stili.

Ha guidato i Giovani Padani e qualche anno dopo, nel 2016, si è candidata alle comunali con la coalizione di centrodestra come sindaco di Bologna perdendo al ballottaggio contro l'attuale sindaco Virginio Merola.

È entrata in Senato alle politiche del 2018 e nel primo governo Conte I è stata sottosegretario di Stato al ministero per i Beni e le attività culturali.

Quando si è trattato di scendere in campo per quella che è sempre stata considerata la "battaglia delle battaglie", ossia, dopo la crisi di governo, la conquista dell'Emilia-Romagna, la scelta del centrodestra, e della Lega, è ricaduta su di lei nonostante le gaffe: come quando, a "Un giorno da pecora", disse che l'Emilia-Romagna confinava con il Trentino Alto Adige.

Ha gestito la sua campagna elettorale in tandem con Matteo Salvini, parlando di Bibbiano e di sicurezza. E a chi l'ha accusata di aver lasciato fin troppo spazio al leader della Lega ha risposto: "Maschilisti: il centrosinistra ha un problema a confrontarsi con il genere femminile".

(Unioneonline/D)
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