La Sardegna boccia il Patto per la salute 2019-2020, che le Regioni sono chiamate a sottoscrivere con il governo entro la fine dell'anno.

"Più che un patto, un'imposizione", denuncia il presidente Christian Solinas. "Un ricatto inaccettabile", tuona invece l'assessore alla Sanità Mario Nieddu. Dalla firma infatti dipende anche l'accesso delle regioni alle risorse aggiuntive al fondo sanitario nazionale (oltre tre miliardi di euro).

"Condivido le perplessità dell'assessore Nieddu, con il quale stiamo lavorando per dare alla nostra Isola un nuovo ed efficiente sistema sanitario che garantisca la migliore assistenza possibile ai pazienti, non siamo quindi favorevoli a un'intesa che vada in senso opposto", ha aggiunto il governatore.

"La salute dei sardi - è la chiosa - non si tutela con tagli alla spesa e scelte calate dall'alto in un esercizio di centralismo statale che non tiene conto delle richieste che arrivano dalle Regioni e dai territori".

Le parole di Solinas arrivano dopo quelle di Nieddu, che ha approfondito alcuni aspetti della vicenda: "Il ministero ha inviato l'ultima bozza e risultano cassate tutte le proposte fatte da me e da altre regioni in diversi ambiti, a cominciare dalla prevenzione fino alle misure per coprire le falle nel personale specialistico. Adesso manderemo una nostra versione e attenderemo una risposta".

L'assessore aveva proposto di scorporare le spese della prevenzione dal tetto del deficit del 5%, soglia minima per entrare in regime commissariale. Ma il ministero non ne ha tenuto conto. Perché ormai, sostiene Nieddu, "chi fa politica sanitaria in Italia è il Mef, non il ministero della Salute".

"Oltretutto - ha aggiunto l'assessore - il ministro Speranza ha legato alla firma del patto l'erogazione dei fondi aggiuntivi. Una sorta di ricatto inaccettabile, perché il patto per la salute non è un adempimento obbligatorio per legge, ma un accordo che si può fare o non fare, e che nulla vincola all'erogazione delle risorse".

"Non voglio far saltare la firma del patto - conclude Nieddu - ma voglio siglarne uno buono".

(Unioneonline/L)
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