L'autonomia si farà ma non sulla scuola.

Al termine del vertice a Palazzo Chigi sul regionalismo differenziato - a cui il vicepremier Matteo Salvini non ha partecipato - a prevalere in materia di istruzione sarà la linea dei Cinque Stelle, da sempre contrari all'applicazione del regionalismo a questo settore.

Il premier Giuseppe Conte si intesta la decisione: "Io tengo molto al fatto che il modello della scuola non può essere frammentato - dice al termine dell'incontro, durato circa un'ora - e non possiamo pensare che l'Autonomia differenziata significhi frammentare questo modello. Probabilmente i governatori interessati non avranno tutto quello che hanno chiesto, ma ci sta, è un negoziato tra Stato e Regioni".

La notizia ha mandato su tutte le furie i governatori che più tengono al provvedimento, dunque quello del Veneto, Luca Zaia, e della Lombardia, Attilio Fontana. "Resto basito - dice Zaia - ci sentiamo presi in giro da Conte, non da Salvini".

E Fontana rincara minacciando di non firmare il provvedimento: "Mi ritengo assolutamente insoddisfatto dell'esito del vertice di oggi. Abbiamo perso un anno in chiacchiere. Aspettiamo di vedere il testo definitivo, ma se le premesse sono queste, da parte mia non ci sarà alcuna disponibilità a sottoscrivere l'intesa".

(Unioneonline/D)
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