Una donna di nazionalità ugandese è stata condannata a undici anni di carcere per aver inflitto mutilazioni genitali alla figlia di tre anni.

La sentenza è stata pronunciata dal tribunale di Old Bailey, a Londra.

I fatti risalgono all'agosto del 2017.

Il giudice Philippa Whipple ha definito questa pratica "un crimine barbaro ed esecrando, contrario alla legge".

Si tratta della prima condanna per questo reato, dopo la sua introduzione nell'ordinamento giuridico del Regno Unito.

Secondo le indagini, il caso potrebbe essere collegato a superstizioni religiose e stregoneria.

Durante il processo la madre della vittima si è difesa, sostenendo che la piccola si fosse ferita alle parti intime in un incidente domestico.

Una versione dei fatti smentita dalle prove emerse durante il dibattimento.

La piccola era stata curata al Whipps Cross Hospital di Leytonstone.

La 37enne dovrà scontare anche una pena di due anni per diffusione di immagini oscene e di pornografia estrema.

(Unioneonline/F)
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