Ci sono prove, secondo le Nazioni Unite, che i militari israeliani abbiano commesso crimini contro l'umanità sparando, ferendo e uccidendo manifestanti palestinesi durante la "Grande Marcia del ritorno", organizzata dallo scorso marzo da Hamas lungo la Striscia di Gaza.

Lo afferma un rapporto diffuso oggi al Consiglio per i diritti umani a Ginevra dalla Commissione d'inchiesta delle Nazioni Unite.

Secondo quanto riporta il documento, in totale sono 189 i palestinesi uccisi e più di novemila feriti dalle forze di sicurezza israeliane durante le proteste.

Gli esperti hanno spiegato di avere prove sufficienti a ritenere che i soldati israeliani abbiano violato le leggi internazionali di guerra e quelle sui diritti umani colpendo manifestanti non violenti e disarmati.

''Alcune di queste violazioni potrebbero ammontare a crimini di guerra o crimini contro l'umanità. Israele deve indagare immediatamente'', ha detto il presidente della Commissione Santiago Canton illustrando il rapporto.

La Commissione d'inchiesta delle Nazioni Unite ha inoltre fatto sapere di essere a conoscenza del fatto che alcuni manifestanti erano membri di gruppi armati e che gli organizzatori, tra cui Hamas, hanno incitato all'uso di palloni incendiari causando danni e timori nel sud di Israele.

Tra le forze armate israeliane, un soldato israeliano è stato ucciso da un cecchino palestinese e altri quattro sono rimasti feriti durante le manifestazioni.

(Unioneonline/F)
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