Durante un comizio nella città di Kidapawan il presidente delle Filippine Rodrigo Duterte ha raccontato che da ragazzo molestò una cameriera in servizio presso la sua famiglia.

Il capo di Stato ha raccontato di essere entrato di notte in camera da letto della domestica, che in quel momento stava dormendo, di aver sollevato le coperte e di aver provato a penetrarla con un dito.

Poi, ha dichiarato, si è chiuso in bagno "per quella solita cosa che fanno i ragazzi".

Duterte ha successivamente confessato il "peccato" al suo prete di fiducia, che gli ha imposto come punizione la recitazione di alcune preghiere.

Il presidente ha raccontato l'aneddoto per attaccare ancora una volta la Chiesa, definita "ritrovo di pedofili" e "istituzione ipocrita", che lo critica da anni - insieme alle associazioni per i diritti umani - per le sue politiche violente contro il fenomeno della tossicodipendenza, molto diffuso nel Paese asiatico.

Poche ore dopo il discorso, il portavoce del capo di Stato ha corretto le sue dichiarazioni sostenendo che avrebbe "inventato" parte della storia "esagerando" un ricordo di gioventù.

"Ha inventato un aneddoto per attirare l'attenzione sugli assalti sessuali da parte dei preti subiti da lui e dai suoi compagni al liceo", ha fatto sapere.

(Unioneonline/F)
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