"Scusi, che ore sono?". La intercettò con questa scusa, per poi tapparle la bocca, trascinarla in un angolo deserto e violentarla.

I fatti risalgono ad anni fa, a Milano, e precisamente all'agosto del 2006. La donna si presentò alla clinica Mangiagalli sotto choc, raccontando di essere stata aggredita da uno sconosciuto mentre andava al lavoro, alle 6 del mattino.

L'uomo le si era avvicinato con la scusa di chiederle l'ora e, dopo averla bloccata, l'aveva spinta in un'area dismessa e costretta a subire la violenza sotto la minaccia di una grossa pietra. Prima di allontanarsi le aveva anche rubato la catenina d'oro, 20 euro e il cellulare.

Nel corso dei rilievi la Scientifica aveva raccolto alcuni mozziconi di sigaretta su cui era stato trovato materiale genetico identico a quello emerso dal tampone vaginale della vittima. Non era però stato possibile rintracciare l'autore e le indagini erano state archiviate.

Dopo 14 anni la svolta: il Ris di Parma ha comunicato che la Banca Dati Nazionale Dna ha accertato un match tra il profilo del dna maschile trovato all'epoca e quello estrapolato dal tampone salivare eseguito a un 49enne di nazionalità algerina a San Vittore. E' stato così possibile riaprire le indagini, al termine delle quali i carabinieri hanno rintracciato il cittadino algerino, in carcere dal 2017 per altri reati, ed eseguito nei confronti dell'uomo - senza fissa dimora, irregolare e con precedenti penali - l'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip. Il 49enne dovrà rispondere di violenza sessuale e rapina aggravata.

(Unioneonline/D)
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