"Difficile esprimere le parole adatte per farvi un augurio".

Comincia così il discorso di fine anno del presidente Sergio Mattarella, che ripercorre in breve il drammatico anno appena vissuto, ma poi lancia un messaggio di speranza e chiede responsabilità agli italiani e unità alle istituzioni.

In piedi, al piano terra della Palazzina alla Vetrata, con vista sul cortile di onore del Quirinale. Mattarella si è presentato così agli italiani per il discorso di fine anno, non come al solito dietro alla tradizionale scrivania. Un intervento breve, di circa 15 minuti.

"Sono giorni di angoscia e speranza, la pandemia mette a rischio le nostre esistenze e ferisce il nostro modo di vivere. Vorremmo tornare ad avere scuole e università aperte, anziani non isolati, ospedali non investiti dall'emergenza, fabbriche, teatri, ristoranti e negozi aperti, contatti con le persone a noi vicine e lontane. Aspiriamo a riappropriarci della nostra vita".

"Questo virus imprevedibile ci ha colpito prima di tutti con contagi, morti, strade deserte, solitudine, il pensiero straziente di chi moriva senza i propri cari accanto. In esate c'è stato un diffuso rilassamento, una comprensibile voglia di tornare a vivere, a settembre è iniziata la seconda offensiva del virus. Ancora contagi, vittime e dolore mentre continua il generoso impegno di medici e operatori sanitari".

"La pandemia ha accentuato limiti e ritardi del nostro Paese. Ci sono stati certamente anche errori nel fronteggiare una realtà improvvisa e sconosciuta. Si poteva fare di più e meglio? Probabilmente sì, come sempre. Ma non va ignorato neppure quanto di positivo è stato realizzato e ha consentito la tenuta del Paese grazie all'impegno dispiegato da tante parti".

Non dimenticare, avverte il Capo dello Stato: "Parto dalla necessità di fare memoria di quello che abbiamo vissuto senza chiudere gli occhi, la pandemia ha prodotto pesanti conseguenze economiche e sociali. Penalizzando particolarmente donne, giovani, disabili, le imprese che temono per il futuro e i precari che hanno visto azzerare o diminuire il loro reddito. Questo virus ha insinuato incertezza nelle nostre comunità".

LA SPERANZA - "Sono emersi segnali importanti, di speranza concreta. Dal piano di vaccinazione agli interventi europei per le conseguenze economiche. Mai abbiamo avuto un vaccino in così poco tempo, mai la Ue ha fatto provvedimenti del genere. La scienza ci offre un'arma prevalendo su ignoranza e pregiudizi, a tutti deve essere consentito di vaccinarsi gratuitamente. Vaccinarsi è un dovere, un senso di responsabilità, soprattutto per chi opera con malati e più fragili. Di fronte a questa malattia è necessario proteggere la propria salute e doveroso proteggere quella dei più fragili. Io mi vaccinerò non appena possibile".

Sull'Unione Europea: "Mai aveva fatto provvedimenti del genere. Alla crisi di un decennio fa rispose senza solidarietà, facendo prevalere interessi egoistici, vecchi canoni politici ed economici inadeguati. Ora c'è un cambiamento, e l'Italia ne è protagonista".

LA RESPONSABILITA' E L'UNITA' - "Questi due grandi compiti (vaccinazione e utilizzo del recovery, ndr) sollecitano e richiamano la massima responsabilità delle istituzioni e dei cittadini. Serietà, collaborazione e senso del dovere sono necessari per ripartire. Siamo tutti legati l'uno all'altro, la solidarietà è necessaria per la convivenza".

"I mesi prossimi sono un passaggio decisivo per uscire dall'emergenza e ripartire, non sono ammesse distrazioni e ritardi, non bisogna perdere tempo (messaggio al governo, ndr), né sprecare energie e opportunità per inseguire illusori vantaggi di parte (quello che sembra essere un messaggio a Renzi, non è il momento di creare una crisi di governo insomma, ndr). E' questo quel che i cittadini si attendono".

"La sfida che è dinanzi a quanti rivestono ruoli dirigenziali nei vari ambiti, e davanti a tutti noi, richiama l'unità morale e civile degli italiani. Non si tratta di annullare le diversità di idee, di ruoli, di interessi ma di realizzare quella convergenza di fondo che ha permesso al nostro Paese di superare momenti storici di grande, talvolta drammatica, difficoltà. L'Italia ha le carte in regola per riuscire in questa impresa".

LA CONCLUSIONE - "Care concittadine e cari concittadini,quello che inizia sarà il mio ultimo anno come Presidente della Repubblica. Coinciderà con il primo anno da dedicare alla ripresa della vita economica e sociale del nostro Paese. La ripartenza sarà al centro di quest'ultimo tratto del mio mandato. Sarà un anno di lavoro intenso. Abbiamo le risorse per farcela".

(Unioneonline/L)
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