Sono 23.232 i positivi accertati in Italia nelle ultime 24 ore, in leggero aumento rispetto a ieri quando erano stati 22.930.

Ma sono tantissime le vittime, 853 a fronte delle 630 del giorno prima, per un totale di 51.306. "Un brutto dato", ha commentato Gianni Rezza, direttore della Prevenzione del ministero della Salute, alla conferenza stampa settimanale del ministero sull'analisi della situazione epidemiologica. E in effetti un numero così alto non lo si vedeva dalla fine di marzo.

Quanto ai tamponi, ne sono stati fatti 188.659 (mentre ieri erano 149mila). Il rapporto tamponi-casi cala e si attesta al 12,31%, e anche sul fronte ricoveri ci sono buone notizie. Per la prima volta dall'inizio della seconda ondata calano i ricoveri per Covid nei reparti in area medica: ad oggi ci sono 34.577 persone ricoverate, 120 meno di lunedì, quando erano 34.697. Scendono anche i malati più gravi in terapia intensiva: sono 3.816 (-6, ieri +9).

"CAUTO OTTIMISMO" - "Il carico delle strutture sanitarie permane, quindi il cauto ottimismo è controbilanciato dal fatto che gli effetti di questa lunga scia si vedranno per diverso tempo. Il calo dei positivi è invece effetto delle misure", ha sottolineato Rezza. Il dato dei morti, però, deve farci continuare ad "andare avanti nella strategia presa", ha aggiunto Franco Locatelli: "Credo che ci sarà ancora un numero di morti di questa grandezza ancora per 10-14 giorni, poi dovremmo vedere un calo. E' difficile commentare il Natale o la riapertura degli impianti sciistici pensando al numero dei decessi".

I dimessi e guariti salgono a 605.330 (+20.837). Gli attualmente positivi sono invece 798.386 (+1.537).

"Il numero dei nuovi infetti è ancora troppo alto, quando saremo a 50 su 100mila saremo sollevati, finché la situazione resta questa l'allerta resta alta", ha spiegato Rezza sottolineando che attualmente siamo a 730 casi per 100mila abitanti in una escalation che è andata da 50, poi a 200 per 100mila abitanti e che ha continuato a salire.

GLI SPOSTAMENTI - Ecco perché gli spostamenti per Natale preoccupano Rezza: "Non posso negare la mia preoccupazione, certamente spostamenti illimitati per Natale e aggregazioni rappresentano un rischio per la diffusione dell'infezione. Poi vedremo quali saranno le decisioni per il prossimo mese".

"Oltre 800 morti oggi - ha aggiunto Locatelli - ci devono portare a ricordare che non siamo fuori dal problema, assolutamente no. Ci può essere una via di mezzo che ad esempio potrà fare riferimento a restrizioni dopo particolari ore o a non creare ampi momenti di socialità".

I VACCINI - Rezza si è soffermato anche sul tema vaccini: "Grosso modo almeno tra il 60% e il 70% della popolazione dovrebbe essere vaccinata contro il SarsCov2 per ottenere l'immunità di gregge", ha detto. "Cio vuol dire vaccinare 42 milioni di italiani - gli ha fatto eco Locatelli - e questa è una grande sfida. Ma ci sarà un progressivo incremento delle dosi di vaccino a partire dal 2021 e avere più di un vaccino è un vantaggio".

"E' falso che il Paese non si stia organizzando per la vaccinazione anti-Covid - ha concluso - niente di più falso. Al contrario si sta lavorando in maniera intensiva su come sviluppare il piano per la vaccinazione anti-Covid nel minore tempo possibile. Lo sforzo lo stiamo facendo per creare la strategia per uscire dalla pandemia. Ci sarà poi bisogno di uno stretto rapporto tra Governo e Regioni".

(Unioneonline/D)
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