Potrebbe riaprirsi, dopo 13 anni, uno dei casi di cronaca nera rimasti senz'altro più impressi nella memoria collettiva del Paese.

È quello relativo alla morte, avvenuta il 13 agosto del 2007, di Chiara Poggi, trovata senza vita, brutalmente assassinata, nella casa di famiglia a Garlasco, in provincia di Pavia.

Una vicenda per cui il fidanzato di allora, Alberto Stasi, è stato condannato a 16 anni di reclusione.

Ora, però, la novità, con i legali del giovane che hanno depositato "una articolata richiesta di revisione della sentenza di condanna".

Secondo l'avvocato di Stasi, Laura Pinciroli, "sono stati individuati e sottoposti al vaglio della competente Corte di Appello di Brescia elementi nuovi, mai valutati prima, in grado di escludere, una volta per tutte, la sua responsabilità".

"Le circostanze su cui era basata la sua condanna (le stesse, peraltro, sulle quali era stato prima, ripetutamente, assolto) - ha poi aggiunto - sono ora decisamente smentite. Si è sempre dichiarato innocente e in molti hanno creduto che la verità andasse cercata altrove. Ora ci sono elementi anche per proseguire le indagini".

Laura Panciroli è stata nominata nel dicembre scorso proprio "per una completa rilettura della complessa vicenda processuale, finalizzata alla sua revisione".

Alberto Stasi si trova al momento in carcere a Bollate e dopo che la Cassazione, il 12 dicembre del 2015, ha confermato la sentenza bis della Corte d'Appello di Milano condannandolo in via definitiva a 16 anni.

(Unioneonline/v.l.)
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