Coronavirus, l'epidemia rallenta: dimissioni per 20 cinesi dallo Spallanzani
"Troppo presto per prevedere quando finirà", ammonisce l'Oms, ma da Pechino arrivano dati incoraggiantiRallenta l'epidemia del coronavirus. Sono 1.115 i morti in totale, secondo i dati aggiornati della John Hopkins University. Di questi, 1.068 si sono registrati nella provincia cinese di Hubei, epicentro dell'epidemia. I contagiati sono invece 45.188, 44.670 dei quali in Cina.
E proprio nella regione dell'Hubei si sono registrati ieri 94 morti e 1.068 nuovi contagi: quest'ultimo dato è lontanissimo dal picco di oltre 3mila nuovi casi del 4 febbraio ed è il numero più basso dal 31 gennaio scorso. È salito anche il tasso di guarigione generale, dall'1,3% del 27 gennaio al 10,6% odierno.
E anche se l'Oms dice che al momento è impossibile ("È troppo presto") prevedere quando finirà l'epidemia, Pechino inizia a predicare un cauto ottimismo e Xi Jinping parla di "evoluzione positiva".
Fuori dall'Asia il picco dei contagi si ha in Germania, con 16 casi, seguita da Australia (15) e Usa (13). L'Italia è ferma a quota tre, i due turisti cinesi e il 29enne emiliano rientrato da Wuhan.
Saranno invece dimessi domani i 20 turisti cinesi che avevano viaggiato con la coppia positiva al test. La comitiva era allo Spallanzani dal 30 gennaio, per loro è finita la quarantena. Sono sempre risultati tutti in buone condizioni generali e negativi ai ripetuti testi per la ricerca del virus.
I medici dello Spallanzani restano impegnati h24 sui pazienti più a rischio: i due turisti, ancora in terapia intensiva e in prognosi riservata. Sono buone le condizioni dell'italiano positivo al virus. Nell'ospedale ci sono altri 14 pazienti già sottoposti al test e in attesa di risultato.
In Italia nella comunità cinese, tra le persone da poco rientrate dal loro Paese attraverso gli scali internazionali e nonostante il blocco dei voli, che chi si tiene in isolamento volontario. A Palermo ce ne sono 28 di cinesi che si sono auto isolati. A Roma c'è la storia di Ye, che ha deciso di mettersi da solo in quarantena per proteggere i suoi familiari, gli amici, ma anche i dipendenti e i clienti del suo ristorante.
E sull'epidemia oggi è intervenuto anche il Papa, che alla fine dell'udienza generale ha rivolto "una preghiera per i nostri fratelli cinesi che soffrono questa malattia così crudele, che trovino la strada della guarigione il più presto possibile".
(Unioneonline/L)