Non ha retto alle pressioni Elisabetta Trenta e stamattina ha annunciato che lascerà il tanto contestato appartamento di rappresentanza al centro di Roma (zona San Giovanni) a lei assegnato quando era ministro della Difesa del primo governo Conte e poi passato in pochissimo tempo al marito Claudio Passarelli quando ha lasciato l'incarico.

Il marito, ha spiegato lei oggi, ha presentato la rinuncia all'alloggio di servizio ed entrambi lasceranno l'appartamento "nel tempo che ci sarà dato per fare un trasloco e mettere a posto la mia vita da un'altra parte. Sono una cittadina come gli altri, chiedo e pretendo rispetto".

L'INCHIESTA - Intanto la Procura militare di Roma ha acceso un faro sul repentino passaggio della casa da lei a Passarelli, addetto alla segreteria del Segretario generale della Difesa - Direttore centrale degli armamenti.

L'apertura di un fascicolo d'indagine, spiega il procuratore militare Antonio Sabino, è un "atto dovuto" e al momento non ci sono né indagati né ipotesi di reato. "Faremo tutti gli accertamenti del caso - aggiunge - per sgomberare ogni dubbio, anche da un punto di vista amministrativo". Della vicenda potrebbe occuparsi anche la magistratura ordinaria, visto che un esposto è stato presentato alla procura di Roma dal Sindacato dei militari per chiedere di "esperire tutti gli accertamenti del caso in ordine alla individuazione di tutte le possibili fattispecie di reato che dovessero essere individuate".

LA DIFESA - La procedura era "regolare", ha replicato lei più volte alle decine di attacchi bipartisan al suo indirizzo.

A difenderla non ci ha pensato neanche il leader M5S Luigi Di Maio: "Questa cosa - dice Di Maio - dal mio punto di vista non è accettabile. Ha smesso di fare la ministra due mesi fa, ha avuto il tempo per lasciare la casa, è bene che ora la lasci e se il marito in quanto militare ha diritto a un alloggio può fare domanda e lo otterrà. Questa cosa fa arrabbiare i cittadini e anche noi perché siamo quelli che si tagliano gli stipendi".

"Un movimento come il nostro - aggiunge il sottosegretario agli Esteri Manlio Di Stefano (M5S) - non può tollerare una cosa del genere". Il vicesegretario Pd Andrea Orlando si interroga: "Non conosco l'ordinamento militare, sono però curioso di capire come si possa aprire un procedimento senza ipotesi di reato e senza indagati così come annunciato dalla procura militare a proposito dell'affaire Trenta". Per il senatore Maurizio Gasparri (Fi) "gli errori della Trenta sono clamorosi e quindi ci attendiamo uno sgombero immediato dell'alloggio. O lo farà lei o saranno i tanti senza casa a sollecitarlo con la loro presenza".

(Unioneonline/D)
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