"Se entri nella casa di una persona per derubarla sei un delinquente. Se punti la pistola al volto di una donna sei un balordo. Se da una storia simile tutto quello che riesci a ricavarne è una battuta idiota o una discriminazione territoriale di qualsiasi tipo, sei un poveretto".

Claudio Marchisio reagisce così su Instagram a tutti i messaggi, molti di vicinanza ma anche di insulti, dopo la rapina nella sua abitazione di Torino da parte di cinque malviventi.

Una brutta esperienza, resa ancora più sgradevole dagli haters che, sui social, lo hanno preso di mira per il suo passato bianconero e l'impegno nel sociale.

In realtà non si sa ancora se i rapinatori siano stranieri o italiani, fatto sta che alcuni si sono sentiti in dovere di insultarlo nei messaggi privati e nei commenti (poi cancellati dal suo staff).

"Possiamo guardarci allo specchio e ripeterci che tutto va bene, ma la verità ci costringe a fare i conti con le nostre responsabilità", aveva scritto il torinese dopo la morte di due persone sulla sponda sud del Rio Grande, mentre cercavano di superare il confine tra Messico e Stati Uniti. Un post a cui ne andrebbero aggiunti tanti altri a dimostrazione della sensibilità del 33enne.

Per fortuna sono arrivati anche tanti messaggi di sostegno "Lo spavento è stato immenso, ma ne uscirai più forte", "Il bene più prezioso è la famiglia e per fortuna stanno tutti bene" oppure "Coraggio, ti riprenderai".

LA RAPINA - Quattro malviventi col volto coperto, armati di pistola e cacciavite, hanno fatto irruzione nell'abitazione dell'ex juventino e, minacciandoli, hanno costretto lui e la moglie ad aprire la cassaforte. Marchisio, non avendola, ha consegnato sotto minaccia soldi e orologi ai ladri. I due figli non erano presenti in casa perché impegnati a giocare a pallone accompagnati dal nonno. Avrebbero dovuto fare rientro in serata.

(Unioneonline/M)
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