La corte di appello di Firenze ha condannato a 6 mesi di reclusione, con pena sospesa, l'ex procuratore generale di Firenze Beniamino Deidda, originario di Lanusei, imputato di aver rivelato segreti di ufficio e di accesso abusivo ai sistemi informatici.

Stessa pena per gli altri due coimputati, il dirigente, all'epoca dei fatti, della Asl 10 di Firenze, Giuseppe Petrioli, e l'ex assistente giudiziaria di Deidda, Monica Dilaghi.

Il processo di appello è stato celebrato dopo la decisione della Cassazione che nel luglio del 2018 aveva annullato la sentenza di assoluzione pronunciata dai giudici di secondo grado, rinviando per un nuovo processo di secondo grado.

Secondo l'accusa Beniamino Deidda, in pensione già dal 2012, nel 2015, tre anni dopo, avrebbe chiesto alla sua ex segretaria di verificare sul registro delle notizie di reato l'esistenza di un'indagine a carico di Giuseppe Petrioli, il quale a sua volta lo aveva contattato in precedenza per sincerarsi di questo.

Petrioli per accertarsi di essere indagato si era attivato con Deidda - i due si conoscevano - dopo che il Nas dei carabinieri aveva sequestrato documenti in vari uffici della Asl 10 di Firenze per un'inchiesta sulla pubblica amministrazione.

In primo grado, Deidda era stato processato con rito abbreviato e assolto.

La sentenza di assoluzione fu poi confermata dai giudici della corte di appello il 3 febbraio 2017. Successivamente la Cassazione, accogliendo il ricorso della procura generale, ha annullato la sentenza di secondo grado disponendo che venisse celebrato un nuovo processo di appello da parte di una sezione diversa della corte.

(Unioneonline/F)
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