La "battaglia" della famiglia di Fabrizio Piscitelli, l'ex capo degli Irriducibili della Lazio ucciso nei giorni scorsi con un colpo di pistola, va avanti per "garantirgli un funerale degno".

Ieri la moglie ha lanciato un appello al Pontefice, riportando il dolore per la vicenda del funerale negato che "si aggiunge al già straziante dolore della perdita".

"Vediamo fortemente leso un nostro diritto e soprattutto offeso il nostro dolore - aggiunge Rita Corazza -. Quindi non posso non lottare per veder dichiarata l'inammissibilità di quel provvedimento".

Poi la lettera aperta delle figlie, che hanno voluto sottolineare come sia per loro incomprensibile negare al padre, "assolto da ogni reato di associazione", "una cerimonia secondo l'ordinario rito funebre cattolico, all'interno della chiesa parrocchiale, che è per altro sottoposta alla giurisdizione della Santa Sede".

A schierarsi accanto alla famiglia anche gli Irriducibili, che hanno lanciato un messaggio chiaro attraverso un grosso striscione: "La morte è uguale per tutti... il funerale anche! Salutare Fabrizio é un nostro diritto!". I tifosi hanno già annunciato di essere pronti a violare le regole previste dal Questore per rendere omaggio all'amico scomparso.

LA SENTENZA DEL TAR - Nel frattempo, infatti, secondo quanto riferito proprio dalla miglie di Piscitelli, il Tar ha rigettato la richiesta della famiglia contro l'ordinanza che vieta i funerali pubblici.

"Alla luce della decisione del Tar - ha spiegato Rita Corazza - ribadisco che tutta la famiglia di Fabrizio domani non si presenterà al funerale. Ad oggi non ho neanche fatto il riconoscimento della salma di mio marito".

Poi l'appello "a tutte le persone che gli volevano bene e intendevano dargli l'ultimo saluto". La moglie di Piscitelli chiede di "non presentarsi domani all'alba al cimitero Flaminio. Solo così possiamo rendergli giustizia e stringerci insieme in un unico dolore".

È dunque massima attenzione, ora, per le esequie domani al cimitero di Prima Porta. Tutta la zona sarà presidiata. Scatteranno controlli anche ai caselli autostradali e nelle stazioni per monitorare l'eventuale arrivo di delegazioni ultras da altre città.

LE INDAGINI - Secondo quanto trapela sul fronte delle indagini, verrà riascoltato nei prossimi giorni l'autista di Fabrizio Piscitelli. L'uomo, che era presente il 7 agosto scorso sul luogo dell'omicidio prima di darsi alla fuga dopo lo sparo, era stato sentito dalla Squadra Mobile già nei giorni scorsi e aveva raccontato di non aver riconosciuto il killer. Quest'ultimo aveva il volto travisato da occhiali e bandana.

L'uomo lavorava per 'Diablo' da circa dieci giorni, in sostituzione di un'altra persona.

In queste ore gli inquirenti hanno ascoltato anche i familiari di Piscitelli, dai quali non sono emersi elementi utili alle indagini. Restano per ora inaccessibili i tre cellulari della vittima, ancora bloccati da pin finora sconosciuti. Altri elementi potrebbero arrivare dall'analisi dei tabulati telefonici, per ricostruire la rete di contatti di 'Diabolik', da cui potrebbero emergere dettagli su chi aveva dato appuntamento alla vittima nel parco degli Acquedotti, tendendogli poi l'agguato.

(Unioneonline/v.l.)
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