Avrebbe molestato gravemente tre soldatesse tra i 21 e i 25 anni, e sarebbe anche accusato di maltrattamenti "con aggravante razziale" ai danni di un militare di origini marocchine.

Al centro della bufera un maresciallo della brigata alpina Taurinense, indagato dalla Procura di Torino per fatti risalenti al 2017.

Una vicenda su cui è già arrivata una dura presa di posizione dallo Stato Maggiore dell'Esercito, che in una nota diramata ai media ha già annunciato non solo di "condannare fermamente tali inaccettabili comportamenti", ma di aver "immediatamente sospeso il sottufficiale già dallo scorso mese di novembre".

"Laddove le accuse fossero confermate - prosegue la nota - si tratta di comportamenti indegni, inaccettabili e immorali, ancor più gravi per uomini e donne che indossano l'uniforme e rappresentano lo Stato. Confermando totale condanna, nessuna giustificazione e pieno rigore nel perseguire i comportamenti che violano i principi e i valori su cui si fonda l'Istituzione e assicurando la massima collaborazione e trasparenza con gli organi inquirenti, l'Esercito esprime la totale intransigenza, tolleranza zero, nel contrastare tali inammissibili condotte".

"Chi si macchia di tali comportamenti - la conclusione - offende fortemente la dignità e l'onore di tutto il personale dell'Esercito che, invece, con profonda integrità, professionalità, e spirito di sacrificio, quotidianamente svolge il proprio dovere, in Italia e all'estero, anche a rischio della propria vita".

(Unioneonline/v.l.)
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