"Se per il vicepremier Di Maio, Verona è una città di sfigati e fanatici solo perché ha ospitato il Congresso della famiglia, allora lo invito a non venire in città nemmeno fra pochi giorni quando ha in programma la sua visita al Vinitaly".

Scoppia la polemica tra il sindaco della città veneta Federico Sboarina e il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico, che nei giorni scorsi aveva criticato il collega Matteo Salvini, che aveva preso parte all'incontro dello scorso weekend, definito dal grillino un'iniziativa di "fanatici" degna del "Medioevo".

Il segretario della Lega aveva replicato durante il suo intervento al WCF, dichiarandosi "orgoglioso di essere sfigato".

"Può andare da un'altra parte a fare la sua passerella elettorale, visto che la città è la stessa che lui ha insultato. E il Comune di Verona che ha co-organizzato il congresso è lo stesso che è socio di maggioranza in fiera. Se esistesse il Daspo urbano per le offese arrecate, a Verona Di Maio lo rischierebbe", ha attaccato ancora il primo cittadino.

"Finora, non ho detto nulla perché, da sindaco, avevo questioni più importanti, come la sicurezza e vivibilità della città. Tutto è andato bene e adesso è il momento della verità. Sul Congresso, come volevasi dimostrare, è stata costruita una enorme macchina del fango, un preventivo processo alle intenzioni. Nessun relatore imbarazzante e nemmeno nessuna caccia alle streghe. Qui, si è invece affrontato in termini positivi il tema della famiglia, cioè della cellula fondamentale della nostra società come stabilito dall'articolo 29 della Costituzione", ha concluso Sboarina.

(Unioneonline/F)
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