Dopo 38 anni i resti del corpo di Maria Fresu - 23enne di origini sarde, emigrata in Toscana, tra le 85 vittime della strage di Bologna - verranno riesumati.

Lo ha deciso il presidente della Corte d'Assise di Bologna, Michele Leoni, nell'ambito del processo che vede imputato l'ex Nar Gilberto Cavallini per concorso nell'attentato del 2 agosto 1980.

Il magistrato ha disposto un'ultima proroga di 60 giorni per la perizia chimico-esplosivistica.

La bomba esplosa alla stazione uccise anche la figlia di Maria Fresu, Angela, di tre anni.

Oggi Cavallini è intervenuto in aula per spiegare quanto aveva annunciato nei giorni scorsi: "Le mie parole sono state fraintese. Io non ho mai detto che denuncerò i familiari delle vittime del 2 agosto. Ma che lo farò per gli estensori della scheda Cavallini, sulla quale sono state scritte falsità sul mio conto. I familiari non c'entrano niente".

La "scheda Cavallini" è una parte degli esposti presentati alla Procura del capoluogo emiliano dai legali dell'associazione dei familiari delle vittime dell'attentato.

L'ex Nar ritiene che nella scheda vi siano "numerose falsità, calunnie e inesattezze" su di lui e sulle quali ha "tutto il diritto di replicare secondo la legge".

Per l'attentato sono stati condannati all'ergastolo in via definitiva due “terroristi neri”, Valerio Fioravanti e Francesca Mambro.

(Unioneonline/F)
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