L'ira di Giorgia Meloni si abbatte sui giudici che si occupano della vicenda di Desirée Mariottini, la 16enne drogata, stuprata e poi morta in uno stabile abbandonato a Roma.

A scatenare la furia della leader di Fratelli d'Italia non è tanto il fatto che sia caduta l'accusa d'omicidio. La Meloni si sofferma sulla violenza sessuale, e in particolare sul fatto che sia caduta, per gli indagati l'accusa di stupro di gruppo. Mentre è rimasta in piedi quella di stupro.

"Decisione scandalosa da parte del Tribunale del Riesame di Roma sul caso Desirée", tuona Meloni. "Questi giudici sostengono che più stupri singoli compiuti, uno dopo l'altro, da un gruppo di persone che violentano a turno, non configurano l'aggravante di violenza sessuale di gruppo", continua la parlamentare, che si scaglia contro quella che ritiene "una mostruosità giuridica e concettuale e un insulto a una bambina barbaramente uccisa e stuprata da un branco di vermi".

"Gli italiani - continua in una nota la leader di Fratelli d'Italia - chiedono giustizia e pene certe per queste bestie, non fantasiose interpretazioni delle norme per alleggerire la posizione dei colpevoli, individuati tempestivamente dall'ottimo lavoro delle forze dell'ordine".

Giorgia Meloni chiede anche l'intervento del Guardasigilli Alfonso Bonafede: "Il ministro della Giustizia intervenga per mandare gli ispettori e mettere fine a questa follia. Faccio appello a tutte le associazioni di contrasto alla violenza sulle donne, non restiamo in silenzio e non permettiamo che passi questo abominio che di fatto elimina nel nostro ordinamento l'aggravante di stupro di gruppo".

(Unioneonline/L)
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