È nota l'ostilità all'idea da parte dei sindaci di Iglesias e Carbonia che ospitano gli ospedali del Sulcis. E che manchi un'ampia condivisione sulla candidatura di Villamassargia quale sede del nuovo ospedale unico del Sulcis lo ha testimoniato l'ultimo incontro sul tema al quale sono risultati assenti più di una decina dei primi cittadini dei 23 Comuni della ex Provincia.

Ciononostante, il progetto di candidatura al quale l'amministrazione guidata da Debora Porrà lavora da oltre un anno continua a tenere banco e compiere i suoi passi in avanti. Forte della volontà più volte espressa dalla Regione tramite l'assessore alla Sanità Mario Nieddu e dei vari passi compiuti anche in Consiglio Comunale, l'esecutivo massargese procede spedito: gli atti della candidatura, comprensivi delle tavole di progetto, planimetrie e del rendering preliminare dell'opera, sono stati depositati presso la Commissione Sanità della Regione durante l'audizione sulla riforma del sistema sanitario regionale.

Il nuovo ospedale (foto Farris)
Il nuovo ospedale (foto Farris)
Il nuovo ospedale (foto Farris)

A consegnare le carte, durante la propria audizione alla VI Commissione regionale, l'Ordine delle Professioni Infermieristiche di Carbonia - Iglesias tramite il presidente Graziano Lebiu che si è soffermato sulle attuali condizioni di sofferenza delle strutture sanitarie sulcitane.

Il rendering preliminare (foto Farris)
Il rendering preliminare (foto Farris)
Il rendering preliminare (foto Farris)

La non condivisione dell'idea da parte di tutti i colleghi non spaventa il sindaco di Villamassargia Debora Porrà: "La costruzione di un nuovo ospedale nel Sulcis è un obiettivo dichiarato dell'amministrazione regionale e Villamassargia risulta finora il primo e unico Comune candidato per ospitare una struttura da non meno di 300 - 400 posti letto che risponde ai parametri del Decreto Ministeriale 70 del 2015". Porrà auspica inoltre che la sanità sulcitana non venga ulteriormente depauperata: "Non conosciamo ancora la versione finale del nuovo testo legislativo regionale ma, in attesa che si compia la riforma, nessun servizio deve essere più smantellato o sottratto al territorio, altrimenti resterà ben poco da riformare".
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