La prima sveglia l'hanno suonata i pastori. «Solinas non ci risponde più al telefono». In attesa di conferme (per ora il presidente della Regione non ha smentito), la frecciata partita dall'assemblea di Tramatza fa capire in modo forte e chiaro che non c'è un istante da perdere. Matteo Salvini, capace come pochi nell'arte della comunicazione, ha parlato - nella consapevolezza di essere smentito - di una Giunta regionale da mettere su in un quarto d'ora.

Ma prendiamo l'Abruzzo. Per le regionali si era votato il 10 febbraio. Da allora si sono sprecati i mal di pancia nella squadra di centrodestra, con la Lega che ha rinunciato alla presidenza del Consiglio per far quadrare i conti, finendo per darla vinta ai tira e molla di Forza Italia. Vi ricorda qualcosa? Il presidente eletto, Marco Marsilio, potrebbe presentare in Consiglio la sua squadra il 12 marzo. E tra il Gran Sasso e l'Adriatico non hanno nemmeno avuto il pasticcio dello scrutinio, che ci ha fatto rimediare la figura dei peracottari agli occhi dell'Italia intera. Qualcuno pagherà dazio?

Di sicuro la nuova assemblea non dovrà girarsi dall'altra parte (come è successo negli ultimi cinque anni) davanti a una legge elettorale da riscrivere e semplificare. E se qualcuno ha fatto pasticci nei seggi e via via a salire nella filiera dello spoglio, la responsabilità è innanzitutto politica. Con il Consiglio regionale congelato, figurarsi se qualcuno, tra gli alleati di Salvini, ha oggi voglia di trattare.

Funziona più o meno così. Se Tizio dovesse saltare nell'elenco dei potenziali eletti, Sempronio potrà entrare in Giunta. E poi, forse, ci sarà una leggina che eviterà agli assessori triturati nei rimpasti di tornarsene a casa, riprendendo il posto da titolare in via Roma. Poi, chissà, messa su la squadra, il primo o il secondo dei non eletti potranno fare il capo di gabinetto piuttosto che il direttore generale di una delle nuove Asl. Elucubrazioni in libertà, giusto per far capire il clima che si respira in queste situazioni. È tutta sana democrazia, ci mancherebbe. Ma, come sostengono i pastori, intanto «non ci rispondono più al telefono». E il latte rischia di ribollire di nuovo.

A proposito di Asl e di sanità, è girata voce che il nuovo assessore potrebbe arrivare dall'altra sponda del Tirreno. Siamo certi che si sia trattato di una fake news. Già, perché sarebbe una beffa per una Giunta regionale che, dopo alcuni decenni, vede di nuovo al vertice un politico con la spilla dei Quattro Mori sul bavero della giacca. Tanto più ricordando che i sardisti e gli alleati di oggi, in altri tempi, dissero di tutto e di più a Renato Soru per aver importato dal Piemonte Nerina Dirindin, la cui influenza (positiva o negativa che sia, il punto non è qui in discussione) pesa ancora in alcuni ospedali sardi.

Ecco, sarebbe un atto di buonsenso (e di buongusto) evitare film già visti nell'altro cineteatro.

Emanuele Dessì
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