Anche l'Associazione Cuochi della Gallura fa i conti con la crisi del settore provocata dalla pandemia di coronavirus.

L'occasione per fare il punto della situazione è stata l'assemblea annuale tenutasi in questi giorni, per la prima volta interamente online.

"Il settore - spiega il segretario ACPG, Fernando A.Rossi - è profondamente segnato dal Covid-19. Molti colleghi sono rimasti letteralmente 'a piedi', senza stipendio da oltre un anno, e quelli che hanno potuto lavorare lo hanno fatto per pochi mesi, sicuramente insufficienti per poter garantire un sostegno reale alle famiglie".

"Le categorie di lavoratori che sono e saranno più coinvolte dalla situazione di chiusura di tutte le attività sono proprio quelle con tipologie contrattuali atipiche: i precari, le partite iva. La crisi del nuovo coronavirus sta facendo emergere ancora di più le fragilità e le contraddizioni del settore Ho.Re.Ca., di cui le istituzioni si sono disinteressate per decenni", prosegue il segretario.

Nonostante la crisi, prosegue Rossi, "l'Associazione Cuochi Gallura prova comunque ad andare avanti, ha offerto forza lavoro e prodotti per Capodanno, in un cenone particolare presso la mensa delle Vincenziane, ha omaggiato ai soci corsi di aggiornamento in Webinar per adeguarsi ai protocolli Covid, ha fornito consulenze gratuite a tutti i colleghi, prosegue la collaborazione con l'Istituto Alberghiero Costa Smeralda, ma le prospettive per l'anno in corso sono sempre più incerte e basate ancora sull'approssimazione, in mancanza di una reale programmazione da parte degli enti preposti".

Ancora: "La maggior parte delle attività previste dall'Associazione sono ovviamente saltate per i vari lockdown, e le proposte future restano ancora pessimistiche. Le difficoltà di viaggiare per i turisti stranieri e per quelli provenienti da altre regioni italiane sono enormi. Il futuro è legato alla soluzione dell’emergenza Covid prima di tutto per la sicurezza della salute e poi per la ripresa economica che passa attraverso regole certe, controlli adeguati e aiuti concreti".

Insomma, "il morale dei cuochi è sicuramente basso, i problemi sono di difficile soluzione e molti stanno cambiando lavoro pur di guadagnare, vista la nuova discriminazione che si sta venendo a creare (provate a chiedere un appartamento in affitto dicendo di essere cuochi o camerieri)".

"Il Direttivo - conclude l'Associazione - ricorda che in situazioni di emergenza come quella attuale risulta fondamentale il coinvolgimento associativo, rammentando che la partecipazione e l’adattamento sono vincenti; l'Associazione continuerà a proporre l'aggiornamento con corsi di cucina per innalzare la professionalità e tal fine sta cercando di stringere accordi con una ditta del territorio".

(Unioneonline/l.f.)
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