È prevista per il 2020 l'apertura, a lungo ritardata, del Grand Egyptian Museum (Gem) vicino alle Piramidi di Giza.

A giugno i funzionari avevano dichiarato che il museo avrebbe aperto parzialmente nel 2019 per presentare la sua principale attrazione, tutti i 5.400 oggetti della tomba di Tutankhamon. Sarebbe seguita l'apertura totale nel 2022, nel centenario della scoperta della tomba del faraone bambino da parte dell'archeologo britannico Howard Carter.

La nuova ambizione del governo egiziano è invece di aprire l'intero complesso di 490mila mq nel 2020. A spiegarlo è Tarek Tawfik, direttore del Gem, in un'intervista a "Il Giornale dell'Arte".

Il museo era stato annunciato per la prima volta nel 1992 con data iniziale di apertura fissata al 2012. Lo spostamento in avanti fa parte di una "più ampia visione" per spronare il turismo culturale sull'altopiano di Giza.

Mentre l'Egitto lotta per dare nuova linfa a un'industria del turismo colpita dall'instabilità politica e dagli attacchi terroristi, "Giza è sviluppata e modernizzata come esperienza turistica, e quindi le due grandi attrazioni, le Piramidi e il Grand Egyptian Musuem, dovrebbero essere collegate e completarsi a vicenda", spiega il direttore.

Elemento chiave in questo processo è lo Sphinx International Airport a ovest del Cairo, a circa mezz'ora dal Gem, dov'è stato fatto un primo test flight a ottobre.

"Quando il museo giungerà al termine - afferma Tawfik - l'aeroporto sarà finito e operativo. Speriamo che questo aumenterà il numero di visitatori, anche solo nei weekend".

Il Gem prevede circa 5 milioni di visitatori all'anno e il turismo internazionale sarà "una fonte importante di reddito per garantire la sostenibilità e il mantenimento di questo enorme museo", aggiunge Tawfik.

Il più grande museo archeologico del mondo, dal costo stimato in 1 miliardo di dollari, ospiterà anche 28 negozi, 10 ristoranti, un centro conferenze e un cinema.

(Unioneonline/v.l.)
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