"Ci sono storie capaci di unire una città come Firenze, patria di guelfi e ghibellini, in un cuore solo e in un sentire comune. Momenti in cui perfino le antiche rivalità perdono di significato, e uomini diversi tra loro si scoprono fratelli".

Si apre così la presentazione di "Davide Astori. Ci sono storie che…", libro di Mario Lancisi e Marcello Mancini che arriva in omaggio al capitano della Fiorentina scomparso il 4 marzo scorso a soli 31 anni.

Una tragedia che ha lasciato sconvolti e attoniti il Paese e l'intero mondo del calcio, ma che non ha cancellato il suo ricordo per le qualità umane prima che sportive.

Il testo di Lancisi e Mancini, arricchito da una prefazione del sindaco di Firenze Dario Nardella, è una cronaca per racconti e immagini di ciò che è successo nei giorni successivi alla tragedia di Udine, e si divide in capitoli che partono dal momento in cui Davide è stato trovato morto nel suo letto mentre era in ritiro con la squadra, e arrivano fino alla partita con il Benevento, che ha rappresentato il momento di partecipazione più alto e coinvolgente per i trentamila tifosi allo stadio.

Momenti centrali sono l'omaggio che i fiorentini hanno voluto dedicare al capitano quando la salma è arrivata a Coverciano, o l'oceanica mobilitazione di mercoledì 7 marzo in piazza Santa Croce per la messa e i funerali, celebrati dall'arcivescovo Giuseppe Betori.

Nel volume sono raccolti i commenti e le testimonianze di chi ha conosciuto Davide, e le oltre cento immagini mostrano non solo i volti noti, ma anche quelli di tante persone comuni che per lui hanno pianto come fosse un fratello.

Nella parte finale del volume sono pubblicati alcuni dei messaggi che migliaia di anonimi cittadini hanno lasciato appesi ai cancelli dello stadio Franchi, i piccoli disegni dei bambini e le parole di ammirazione e di gratitudine per il Capitano.

(Unioneonline/v.l.)
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