Julian Assange, fondatore di Wikileaks, si è visto rifiutare da un giudice ecuadoriano l'azione legale presentata nei confronti del govero di Quito.

Al centro della richiesta c'era l'allentamento delle misure restrittive che gli sono state imposte negli ultimi mesi dirette, sostiene Assange, a costringerlo a lasciare la sede diplomatica di Londra in cui vive da sei anni.

Nell'ambasciata aveva ottenuto asilo per evitare l'arresto nell'ambito delle indagini condotte in Svezia con le accuse di molestie sessuali e stupro. Secondo l'avvocato della mente di Wikileaks, l'Ecuador lo ospita in condizioni "inumane" senza rispettare i suoi "diritti fondamentali e le sue libertà".

In una lettera della sede diplomatica, Assange veniva invitato a rispettare alcune norme in particolare per quanto riguarda l'accesso all'edificio da parte dei visitatori esterni, alcune limitazioni alle comunicazioni e obblighi medici e sanitari da rispettare compresi quelli relativi alla cura del suo gatto.

(Unioneonline/s.s.)
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