C'è anche il nome del tenente colonnello Francesco Cavallo, all'epoca dei fatti capo ufficio comando del Gruppo carabinieri Roma, tra quelli coinvolti nella nuova inchiesta sui falsi e i tentativi di depistaggio sul caso Stefano Cucchi.

Sarebbe stato lui a suggerire al luogotenente Massimiliano Colombo, comandante della stazione Tor Sapienza, di modificare la nota di servizio sullo stato di salute di Cucchi, arrivato a Tor Sapienza dopo essere stato trasferito dalla caserma Casilina.

Per la morte del geometra di 31 anni, avvenuta nel 2009 sei giorni dopo un arresto per droga, sono già indagati per falso ideologico il maggiore Luciano Soligo, all'epoca dei fatti comandante della compagnia Talenti Montesacro, il luogotenente Massimiliano Colombo, già comandante della Stazione Tor Sapienza, l'avvocato Gabriele Giuseppe Di Sano, Francesco Di Sano, carabiniere di Tor Sapienza, dalle dichiarazioni del quale è scattata l'indagine e il maresciallo Roberto Mandolini, già comandante stazione Appia e imputato nel processo in corso davanti alla prima Corte d'Assise.

"Ho detto a Ilaria che stiamo lavorando affinché casi come il suo abbiano giustizia in tempi brevi - ha detto il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, che, in visita al Tribunale di Roma, si è affacciato nell'aula della Corte d'Assise dove è in corso il processo Cucchi -. Non tutte le famiglie hanno persone con la determinazione di Ilaria Cucchi e non è giusto che chi chiede giustizia debba far conto sulla propria determinazione per ottenerla".

Intanto, dagli atti depositati dal pm Giovanni Musarò durante il processo, spunta un audio choc di Vincenzo Nicolardi (uno dei cinque carabinieri imputati): "Magari morisse, li mortacci sua", avrebbe detto a proposito di Cucchi.

Nel documento vengono riportate intercettazioni di comunicazioni radiofoniche, avvenute tra le 3 e le 7 del mattino del 16 ottobre 2009, tra il capoturno centrale del comando provinciale e lo stesso NIcolardi, oggi a processo per calunnia.

(Unioneonline/D)
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