F lavio e Gianluca, due ragazzi di sedici anni come ce ne sono tanti. Insofferenti, un tantino malinconici, spesso annoiati. Un pusher gli ha venduto per quindici euro una mezza boccetta di metadone, il farmaco che si usa per combattere le tossicodipendenze. Tanto è bastato per uccidere questi due ragazzi di Terni. I genitori li hanno trovati morti nelle rispettive camere da letto, accomunati da uno “sballo” a distanza in simultanea. I carabinieri con un'indagine-lampo sono risaliti al 41enne spacciatore. Fermato poche ore dopo la scoperta dei corpi, l'uomo ha ammesso di aver ceduto la sostanza stupefacente alle vittime e di aver ricevuto il denaro dai due adolescenti. È accusato di omicidio in conseguenza di un altro reato. Un fatto tragico che la Procura e i carabinieri hanno risolto in poche ore. È stato un indubbio successo investigativo. Un procuratore qualsiasi, di quelli che amano il tintinnio delle manette e le luci della ribalta, avrebbe suonato la grancassa, in una rutilante conferenza stampa attorniato da ufficiali in divisa. Non il procuratore di Terni, Alberto Liguori: «La responsabilità di questa tragedia è collettiva», ha detto. «Forse non siamo stati del tutto capaci di fare il nostro dovere». Altro che Palamara.

IVAN PAONE
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