L 'evasione fiscale in ambito turistico è un male diffuso. Colpisce soprattutto le seconde case ma anche le piccole strutture alberghiere (come i bed and breakfast) dove non sempre vengono rispettate le norme della registrazione e, quindi, del pagamento delle tasse. Alle Maldive hanno risolto il problema da tempo. All'arrivo, i turisti devono compilare un modulo di ingresso, dove si richiedono le generalità, il paese di provenienza, il numero del volo (o il nome della nave da cui si sbarca) e, udite udite, il nome del resort o della guest house dove si soggiorna e la durata della vacanza. I poliziotti di frontiera inseriscono i dati nel computer, il governo a fine anno fa i conti e scopre quanti turisti hanno soggiornato in ciascuna struttura. E se i proprietari non hanno pagato le relative tasse sono guai. Alle Maldive vige la “sharia”, la legge islamica. La Sardegna ha deciso di seguire le orme del governo di quello sperduto arcipelago dell'Oceano Indiano. Come? Semplice. Il governatore Solinas, come misura anti Covid, obbliga i turisti a registrarsi con nome cognome e luogo di soggiorno. A ottobre basta che la Guardia di finanza acquisisca i dati e il gioco è fatto. Gli evasori sono in trappola, vittime degli effetti collaterali del coronavirus.

IVAN PAONE
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