A me i napoletani piacciono proprio. Trascorrere qualche giorno nel caos sotto il Vesuvio è (meglio, era) quanto di più rigenerante possa capitare. Un caffè alla nocciola dal “Professore”, una margherita da “Sorbillo” e si sta in pace con se stessi per giorni. E poi i napoletani hanno la magnifica dote di saper sdrammatizzare e di cogliere, dunque, il lato comico anche delle cose più tristi. La gente si ammala e muore per il coronavirus? Ecco due campani che litigano per la pastiera, il dolce simbolo della città di Partenope a base di ricotta e grano saraceno. E si tratta di due personalità: il sindaco Luigi de Magistris e il governatore Vincenzo de Luca. Il primo per Pasqua ha autorizzato la consegna a domicilio del prelibato dolce; il secondo ha fatto fuoco e fiamme per impedirlo. Le conferenze-stampa di De Luca, non nuovo a iniziative - per così dire - bizzarre, tanto da essersi meritato l'appellativo di “sceriffo”, sono siparietti comici imperdibili. Il suo più grande estimatore è Carlo Verdone: «Ha tempi comici perfetti, una mimica impareggiabile, lo voglio nel mio prossimo film. A tratti raggiunge vette degne di Eduardo de Filippo». Che faceva il teatrante e non il governatore. Null'altro da aggiungere.

IVAN PAONE
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