Il suono della sirena e poi gli applausi e le lacrime: è festa nella banchina della Darsena pescherecci.

Dopo oltre due mesi dal battesimo, il peschereccio "Aurum", l'ultima creatura tutta in acciaio della famiglia Rum, ha toccato il porto di Porto Torres. Un ritorno a casa dopo quasi quattro giorni di navigazione, un lungo viaggio dal porto della città di Monopoli, in Puglia, il luogo del cantiere dove è stato realizzato il frutto del coraggio dei giovani armatori di Porto Torres, Riccardo, Liliana e Marcello Rum, figli di una tradizione che perdura da tre generazioni.

Venti metri di lunghezza di materiale inossidabile, un anno di lavori fino al varo, il 12 dicembre scorso, e poi finalmente l'arrivo ieri sera nello scalo turritano, da cui è destinato a solcare le acque del Golfo dell'Asinara con pesca a strascico e in particolare del gambero, fino a quaranta miglia.

A bordo impianti di altissimo livello e strumentazioni di ultima generazione per l'imbarcazione che porta la firma Aurum, nome nato dalla combinazione di Antonio e Umberto Rum, genitori dei giovani armatori Riccardo, Liliana e Marcello Rum, nipoti dei fondatori Ardito e Carlino, quelli che hanno segnato la storia della marineria turritana.

"Abbiamo voluto utilizzare la licenza di una barca di proprietà dei nostri genitori, andata a fondo qualche tempo fa, - racconta Riccardo - per investire risorse e passione in questo nuovo progetto. Ora speriamo che la burocrazia non tenga ferma l'imbarcazione in porto per troppo tempo, perché vogliamo uscire in mare e mettere a reddito questa idea".

Dopo qualche anno di silenzio, hanno deciso di rinforzare la flotta, ben cinque pescherecci in un periodo di Covid che non ha fermato il coraggio e la grinta della famiglia Rum.
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