Un'emergenza trasformata in un vero allarme sociale. Il campo sosta di Ponti Pizzinnu non è soltanto un caso di inquinamento drammatico, ma una vera bomba ecologica alle porte della città che mette a rischio la salute dei membri della piccola comunità rom che ancora vi abita.

Montagne di spazzatura di ogni genere sparsi ovunque, con all'interno materiale pericoloso e rifiuti speciali, un deposito selvaggio di immondizia abbandonata da chiunque si trova a passare di lì, senza controllo e senza alcuna opera di bonifica.

Eppure ci "sopravvivono" due famiglie, circa 20 persone che ogni giorno si affacciano tra i cumuli di rifiuti e la sporcizia, tra gli odori nauseabondi e l'area intossicata, tra baracche fatiscenti e una situazione ingestibile. Lo sgombero più volte annunciato non si è mai verificato, e i pochi residenti rimasti attendono che le risorse messe a disposizione dalla ex giunta regionale Pigliaru, vengano utilizzate per la loro sistemazione abitativa, una soluzione che metta fine al ghetto e ad un sistema sbagliato di arginare i problemi di una comunità, evitando la strada più lunga ma più civile: l'integrazione sociale.

Sul caso il consigliere Davide Tellini sottolinea che "nonostante le promesse e gli impegni assunti, purtroppo la situazione in quello che dovrebbe essere l'ex campo Rom non è cambiata, se non peggiorata. Una bomba ecologica a pochi passi dal cimitero di Ponte Pizzinnu", sostiene Tellini, "parliamo di decine di metri cubi di rifiuti da caratterizzare, le cui esalazioni sono percepite a decine di metri di distanza, che sicuramente non sono state posizionate in questi mesi. Mi chiedo dove sono finiti i tanto decantati controlli ambientali per i quali è stata accesa una convenzione con la compagnia barracellare".
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