"Nessun interesse, non ci sarebbe motivo. Sono i documenti che parlano. Era nostro dovere riconoscere il valore della storia antica del paese. Con questo riconoscimento stiamo semplicemente ricordando a tutti ciò che è accaduto tanti, tanti anni fa".

Sono le parole del sindaco di Santa Giusta Antonello Figus poco prima di proclamare il paese lagunare "città" vera e propria. Quella di oggi per i santagiustesi é una giorbata storica: durante il consiglio comunale convocato in seduta straordinaria l'intera assemblea ha votato all'unanimità la delibera per modificare lo statuto del Comune. Ora l'ultima parola spetterà alla Regione. Sarà il presidente Cristian Solinas, tutti sperano in tempi brevi, a dover decidere se i cittadini di Santa Giusta potranno festeggiare veramente la nascita della ventitreesima città della Sardegna. Una decisione che il Comune lagunare non ha preso a caso. Ma solo dopo che l'archeologo Momo Zucca, professore dell'Università di Sassari, è riuscito ad estrapolare in diversi testi antichi fatti storici importanti che raccontano quando Santa Giusta, che sino al 1500 era anche sede vescovile, era già stata definita una "civitas".

Città quindi. Precisamente in due documenti regi: uno del 1328 e l'altro del 1437.

"E' la storia che parla - ha raccontato lo studioso Momo Zucca -.Spazio quindi ai documenti. Ma che Santa Giusta era una città è certo sia perché è stata chiamata così in diversi testi torici ma anche per il suo assetto urbanistico regolare che si vede ancora oggi, rivelato dagli scavi che sta portando avanti la Soprintendenza in varie zone del paese. Sono certo che la Regione capirà il volere del Comune, la valenza di questa decisione. Mi auguro che nessuno si opponga a tutto questo. Vorrebbe dire rinnegare la storia".
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