Franco Piredda, 44 anni di Thiesi, è uno dei tanti sardi che per mancanza di lavoro è stato costretto a trasferirsi in continente. Lavorava come pizzaiolo in un rifugio nella stazione sciistica di Champoluc, in Val d'Aosta.

"Mi hanno rescisso il contratto un mese prima - dice lui. - Oramai anche lì è tutto chiuso, anche se ricordo, sabato 7 marzo, i tanti lombardi che in pieno Coronavirus hanno preso d'assalto la stazione. Tutto il personale era terrorizzato da un eventuale contagio. È stata - conclude - una brutta esperienza".

Quindi per Franco è arrivata la lunga attesa per rientrare in Sardegna, nella sua casa di Thiesi, dove dovrà sottoporsi a quarantena, come le ordinanze impongono. Oggi all'arrivo con la nave a Porto Torres (provenienza da Genova) altri imprevisti: poche informazioni, disorganizzazione, corse di mezzi pubblici soppresse.

Per evitare guai o altri inconvenienti a Franco non è rimasto altro che chiamare un taxi che lo portasse a Thiesi. Meno male che ha trovato un conducente comprensivo. Costo della corsa 50 euro, in tempi normali sarebbe stato molto di più. Ad ogni modo si tratta di un ulteriore salasso che si sarebbe potuto evitare, con un'organizzazione più adeguata. Non tutti hanno il senso di responsabilità di Franco: meglio 50 euro per tornare in taxi, che far correre rischi ad amici o vagare in giro, aspettando un pullman per Thiesi che magari di domenica non c'è.
© Riproduzione riservata