Un accordo di portata storica ma che non accontenta tutti e lascia comunque molti temi spinosi aperti. Israele, Emirati Arabi Uniti e Bahrein hanno firmato a Washington gli accordi cosiddetti di Abramo per la normalizzazione delle relazioni diplomatiche in cambio della sospensione dell'annessione della Cisgiordania, sotto l'egida del presidente Donald Trump, che li ha co-siglati e si è presentato come il pacificatore del Medioriente a meno di due mesi dall'Election Day.

"Insieme questi accordi saranno la base per la pace nella regione. Siamo qui per cambiare il corso della storia", è "l'alba del nuovo Medio Oriente", ha detto il presidente americano dal balcone della Casa Bianca dove si è mostrato con il premier israeliano Benjamin Netanyahu, e i ministri degli Esteri degli Emirati e del Bahrein.

Il tycoon non si è fermato qui e ha annunciato nuovi "trattati di pace" nei prossimi mesi con cinque-sei Paesi del Medio Oriente, rivelando inoltre che i tre Stati firmatari apriranno ambasciate nei rispettivi territori e aumenteranno la cooperazione.

Per le parti in causa il nodo principale riguarda la sovranità di Israele sulla Cisgiordania. Gli accordi hanno infatti suscitato l'aspra condanna dei palestinesi. Il presidente Abu Mazen ha dichiarato: "Non ci sarà pace, sicurezza o stabilità nella regione senza la fine dell'occupazione e il raggiungimento per il popolo palestinese dei suoi pieni diritti".

Trump ha minimizzato, suggerendo che prima o poi entreranno anche loro.Intanto da Gaza sono stati lanciati razzi verso 2 città israeliane e davanti alla Casa Bianca si è tenuta una manifestazione contro la firma degli accordi.

(Unioneonline/L)
© Riproduzione riservata