Un errore giudiziario, un ritardo nella trasmissione di alcuni documenti dalla Corte d'appello alla Procura presso il Tribunale avrebbe fatto sì che Said Mechaquat, l'uomo che lo scorso 23 febbraio ha ucciso a Torino sgozzandolo il 33enne Stefano Leo solo perché "troppo felice", fosse a piede libero anziché in carcere.

L'assassino sarebbe dovuto essere in prigione perché era stato condannato con sentenza definitiva a 18 mesi di reclusione per maltrattamenti aggravati, lesioni e minacce nei confronti della sua ex compagna.

Per far luce sulla vicenda è stata disposta un'indagine da parte del ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede che ha inviato a Torino degli ispettori.

(Unioneonline/F)
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