"In Sardegna c'è un patrimonio di circa cinquemila auto di interesse storico". Angelo Melis, 59 anni, è il presidente dell'Associazione Automoto d'Epoca Sardegna, sede in viale Sant'Avendrace 255 a Cagliari, uno dei tre club del settore nell'Isola e quello che raggruppa il maggior numero di appassionati. "Abbiamo novecento iscritti, proprietari di circa duemila veicoli. Duecento sono ante 1940, seicento dal 1940 al 1960, le altre sono immatricolate sino agli ultimi venti anni. Le motociclette e i ciclomotori censiti sono arrivati a quota 1500".

Guai a pensare che si tratti di un manipolo di nostalgici: il fenomeno è soprattutto culturale, alimenta un mercato importante e si basa sulla passione ma anche sulla conoscenza e la ricerca: "Dietro il recupero e il restauro di una vettura o di una moto c'è più studio che investimento. Dispiace che purtroppo sempre meno giovani si avvicinano a un fenomeno che sta vivendo un momento di crisi di vocazioni dopo tanti anni di crescita esponenziale".

La Vermorel, la prima auto arrivata in Sardegna nel 1903 (foto concessa dal club Automoto d'epoca)
La Vermorel, la prima auto arrivata in Sardegna nel 1903 (foto concessa dal club Automoto d'epoca)
La Vermorel, la prima auto arrivata in Sardegna nel 1903 (foto concessa dal club Automoto d'epoca)

Studio e cultura, si diceva. Il club presieduto da Angelo Melis è stato per esempio il promotore di un convegno sulla motorizzazione dell'Isola e ha ricostruito attraverso i racconti e le cronache dell'Unione Sarda l'arrivo della prima vettura in Sardegna. "La vinse un imprenditore, tale Efisio Manunza di Sestu, in un concorso riservato agli abbonati alla rivista "Il Coltivatore" settimanale edito dalla Ottavi di Casale Monferrato, che per quell'anno aveva messo in palio per i suoi abbonati ventun premi, il più importante dei quali era costituito da un'automobile - anzi, "un automobile" senza l'apostrofo, visto che all'epoca il sesso dei veicoli a motore era ancora incerto". E proprio questo ambito premio toccò a Efisio Manunza, proprietario di una grande tenuta a Sestu e autore di un trattato sulle malattie della vite. Ad avvisarlo della vincita, un telegramma: "Ufizio telegrafico di Cagliari. Provenienza: Casale Mon¬ferrato. Destinazione: Cagliari. " Numeroso vostro buono 1102 guadagnò primo premio automobile. Amministrazione Coltivatore". "Era il 17 marzo 1903 - prosegue il presidente Angelo Melis - le pagine dell'Unione Sarda raccontarono l'arrivo al porto di Cagliari di questa Vermorel type 2, il 15 luglio, a bordo di un piroscafo. Sul molo ci si accorse di un problema mica da poco: nessuno sapeva guidarla. Così fu trainata da un giogo di buoi sino a Sestu. Venne chiamata "sa carrozza senz' e cuaddusu", la carrozza senza cavalli. Curiosamente non fu mai immatricolata".

La prima vettura regolarmente iscritta alla motorizzazione fu ugualmente francese, una Decauville, che venne acquistata nel 1912 dalla società che gestiva le miniere di Ingurtosu nel Guspinese, auto di rappresentanza del direttore. "Un numero indentificava la provincia di Cagliari, il 13 - prosegue Angelo Melis - quindi la Decauville fu targata 13 - 1".

Fiat Torpedo 519 (foto concessa dal club Automoto d'epoca)
Fiat Torpedo 519 (foto concessa dal club Automoto d'epoca)
Fiat Torpedo 519 (foto concessa dal club Automoto d'epoca)

Oggi nel panorama sardo compaiono auto di un certo pregio. Angelo Melis segnala l'ammiraglia "una Fiat 519 del 1925, mentre l'auto che fu venduta al prezzo più elevato, secondo la tradizione orale, è stata una Ferrari 275 Gts che appartenne a Gigi Riva e che l'ultimo proprietario cagliaritano vendette a un imprenditore fiorentino ad una cifra molto importante, ma ovviamente non conosciuta. Ma adesso vale almeno tre volte tanto".

Consigli per gli acquisti? Il presidente dell'associazione Automoto d'epoca Sardegna consiglia ai giovani di puntare su spider o cabriolet dell'Alfa Romeo con più di vent'anni: "Il marchio milanese acquistato dal gruppo Fiat quest'anno compie 110 anni e le vetture del biscione stanno acquistando valutazioni sempre crescenti. Oggi è possibile acquistare modelli che in futuro potranno raggiungere importanti valutazioni come le sorelle maggiori della stessa casa automobilistica. Un esempio? Una Giulietta spider oggi vale tra gli 80 e i 100 mila euro".

A Padova ogni anno si svolge la rassegna più importante in Italia: le Rolls Royce sono molto richieste e di solito vengono subito vendute a petrolieri arabi o a uomini d'affari russi. "Ma attualmente - prosegue Angelo Melis - le più richieste sono le Porsche e le Alfa Romeo. I giapponesi sono i clienti più esperti e aggiornati, i tedeschi hanno fatto molti affari in Italia negli ultimi vent'anni: il nostro Paese ha perso molti pezzi importanti anche perché sono arrivate tardi le agevolazioni fiscali come la riforma del bollo diventato tassa di proprietà. Oggi è obbligatorio pagare una tassa di circolazione per le auto trentennali di circa 26 euro, ma per le auto e le moto fra i 20 e i 29 anni, dalla data di immatricolazione, la tassa automobilistica da pagare si riduce al 50%, se vengono storicizzate e con l'iscrizione ai club federati all'Asi (Automotoclub Storico Italiano) è economica anche l'assicurazione (circa 200 - 300 euro annui). In tanti appassionati si rivolgono a noi per consulenze sul restauro o per la riammissione alla circolazione dei veicoli radiati d'ufficio o volontariamente che attraverso i nostri certificati di storicità posso ritornare in circolazione>.

Tra i miti, è doveroso ricordare in una galleria personalissima la Lancia Aurelia B24, quella del film "Il sorpasso" con Vittorio Gassman: ha raggiunto quotazione di mezzo milione, molto superiore per esempio a un altro emblema delle auto di prestigio, la Jaguar E convertibile, l'auto di Diabolik: "Si può trovare a 120-150 mila euro".

Fuori dall'Italia molto successo stanno ottenendo "i pulmini Volkswagen, simbolo dei figli dei fiori degli anni 60 e 70 - prosegue Angelo Melis - così come non conosce crisi la passione per la Citroen Ds, il cosiddetto squalo. C'è poi il mercato delle utilitarie come Fiat 500 e 600, Citroen Due cavalli, Prinz Nsu, agevolato dai costi sostenibili e dalla facilità di reperire i ricambi. Ma non dimentichiamoci delle due ruote, le Lambrette e le Vespe sono ancora molto ambite e da sempre eterne rivali".

Una passione che non conosce confini e che è stata coltivata anche nel periodo dell'isolamento per il coronavirus: "Il nostro Club - vista l'impossibilità di radunarci - ha promosso un concorso di scrittura intitolato "il mio veicolo storico si racconta". Ho partecipato anche io, fuori concorso ovviamente: la mia prima auto fu una Fiat 500 C Belvedere, la Topolino familiare che mi regalò mio padre da neo patentato. Con un imprinting di questo tipo non potevo che continuare su questa strada".
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