«Questa contro il Napoli non è indubbiamente una partita come le altre. Lì sono nato, lì ci sono le mie radici. C’è la mia famiglia, i miei genitori, i miei fratelli, i miei amici d’infanzia. Anche se il mio amico Genny mi dice che ormai sono cagliaritano. Sarà quindi particolare. Ma ho il vantaggio di averla già vissuta da giocatore. E dal punto di vista calcistico non cambia nulla, contano i tre punti che cercheremo di portare a casa». La prima trasferta da allenatore di Serie A nella sua città, Fabio Pisacane strizza l’occhio al calendario e al destino, ma è talmente concentrato sul Cagliari e sulla partita che le emozioni gli scivolano addosso.

E non a caso, tiene poi a precisare: «Negli anni da giocatore, calcisticamente parlando, non sono stato molto vicino al Napoli. Anche perché sono altre le società che mi hanno dato una possibilità. Il mio debito di riconoscenza maggiore va al Genoa che mi ha preso a 13 anni e portato lontano dalla mia città cercando di farmi coronare un sogno. E la squadra che mi ha dato maggiori soddisfazioni a grandi livelli, è stato il Cagliari».

Guardia alta ma con spirito costruttivo. «Tutti consociamo la forza e la qualità del Napoli che si è ulteriormente rinforzato, non solo con De Bruyne. Ha messo tante altre frecce nell’arco», ricorda il tecnico rossoblù. «Abbiamo preparato questa gara per superare i momenti di difficoltà e, allo stesso tempo, per provare a mettere loro in difficoltà». Sull’ultimo arrivato Palestra: «È già in ottima condizione, la fascia destra è la sua zona comfort, ma può giocare tranquillamente anche a sinistra». Sugli ultimi giorni di mercato: «Sono ottimista. Con la società il dialogo è costante. Ho fatto delle richieste ben precise, un ragazzo è arrivato, appunto, e mi aspetto che ne arrivino altri».

Pisacane ha aperto la conferenza stampa al “Crai Sport Center” di Assemini complimentandosi con la Primavera che allenava sino a pochi mesi fa, passata nel frattempo a Francesco Pisano, per la finale di Supercoppa persa solo ai rigori contro l’Inter martedì a Milano: «Dispiace per come sia andata a finire, meritavano di più. Faccio i complimenti per la prova di caparbietà e coraggio al mister, allo staff e ai ragazzi».

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