Incontro con Tullio Solenghi in tour nell'Isola con "Decameron"
Entrare in confidenza con Tullio Solenghi non è semplice.
L’uomo e l’artista hanno qualità eterogenee e prismatiche, il personaggio virtù da camaleonte che lo fanno sfuggire a ogni nuovo avvicinamento. «Io sono genovese.
C’è un aneddoto che ci descrive bene, come popolo, e riguarda la terra. Un contadino della Pianura Padana esce di casa e getta un seme nella terra; quello ligure di trova di fronte terrazze e dirupi che degradano sul mare. Per questo deve ingegnarsi. Deve capire se ne vale davvero la pena. È un’allegoria che vale per me, ma anche per i sardi. Anche in questa terra dura nasce l’arte, come una pozza del deserto».
Nell’Isola per portare in scena una rivisitazione di un grande capolavoro della letteratura, “Decameron, un racconto italiano in tempo di peste” - in tournée oggi alle 21 al CineTeatro di Olbia sotto le insegne del CeDAC - Solenghi racconta questa nuova tappa narrativa, che segue una personale “Odissea” e un meno recente “Promessi sposi”.
L’intervista integrale, a cura di Guido Garau, è su L’Unione Sarda di domani.