Addio a Lance Reddick, grande interprete del cinema e della tv
Morto a soli sessant’anni, ecco tutte le tappe di una brillante carrieraMorto all’età di soli sessant’anni, l’attore afroamericano Lance Reddick lascia un vuoto incolmabile in tutti gli appassionati di cinema e serie televisive. In attesa dell’imminente uscita di John Wick 4 - dove potremo godere della sua ultima interpretazione, sempre nei panni dell’ormai iconico concierge - ripercorriamo le tappe di una brillante e duratura carriera, che oltre ad averlo reso celebre a una buona fetta di pubblico ha messo in luce le le sue varie e multiformi abilità espressive.
Rimasto impresso nell’immaginario comune per le sue frequenti interpretazioni di personaggi duri e impenetrabili ma sempre connotati da una spiccata personalità, Reddick ha raramente parlato di sé, confermando - per così dire - anche nella vita una compostezza che abbiamo saputo riconoscere chiaramente in tutti i suoi ruoli.
Nato a Baltimora, esordisce nel mondo della tv in un episodio del 1996 di “New York Undercover”. Per il cinema gli basterà aspettare appena due anni, debuttando nel film di Alfonso Cuaron “Paradiso Perduto”. Da qui in poi, in entrambi i media, la sua carriera procederà spedita, ma sarà soprattutto con “OZ” - la serie televisiva HBO ambientata in un carcere di massima sicurezza americano - che l’attore comincerà a distinguersi in modo rilevante. Nella quarta stagione, il suo temperamento glaciale delinea i tratti del detective Johnny Basil, agente sotto copertura col nome fasullo di Desmond Mobay infiltratosi nella struttura per mettere in luce le atrocità e le orrende contraddizioni del sistema carcerario.
Ancora più emblematico è il personaggio di Cedric Daniels nella serie firmata sempre HBO intitolata “The Wire”, per molti addirittura la miglior serie televisiva mai concepita. Un estratto di vita americana senza sconti, ambientata in quella stessa Baltimora che - così come lo ha visto nascere - è lo specchio di insanabili criticità, nei suoi loschi legami tra corpo di polizia e malavita organizzata. In questo quadro, il tenente Daniels, noto nell’ambiente per aver portato avanti i suoi obiettivi sempre all’insegna delle regole, sarà costretto a sporcarsi le mani alleandosi col suo collega McNulty pur di far fronte alla corruzione che serpeggia fra i reparti di polizia.
Ma è anche con la tv generalista che Reddick ha saputo farsi notare. Dopo le convincenti prove nelle serie HBO, i produttori Damon Lindelof e Carlton Cuse, insieme a JJ Abrams e Jeffrey Lieber, lo hanno coinvolto tra le controverse vicende dei personaggi nella famosissima serie “Lost”. Il suo Matthew Abaddon, avvocato della Oceanic Airlines, si rivela oscuro ed inquietante, implicato in una serie di doppi giochi dal colpo di scena garantito. E da “Lost” si è giunti rapidamente a “Fringe”, ad opera degli stessi produttori, altra serie enormemente apprezzata da pubblico e critica dove interpreta per tutte e cinque le stagioni l’agente speciale della sicurezza interna Phillip Broyles, a capo della Divisione Fringe. In una storia intricata che unisce l’azione alla fantascienza, Reddick da vita ancora una volta a un personaggio ambivalente che mette in discussione le sue certezze, obbligato a far luce su una lunga serie di misteriosi eventi. A questa sua pluralità di facce - contraddistinte dalla solita, granitica presenza scenica - dobbiamo anche la scelta di Ryan Murphy per averlo scritturato col personaggio di Papa Legba, nella terza stagione della serie “American Horror Story”, demone della religione voodoo e mediatore tra umano e divino incaricato di aprire le porte - fra i tanti Regni - anche dell’Inferno.
Pur con le sue numerose apparizioni al cinema, il ruolo che rimane più memorabile è quello del concierge all’Hotel Continental, nella saga di “John Wick”, con protagonista Keanu Reeves. Incaricato dal suo direttore, interpretato da Ian McShane, il receptionist si presenta immancabilmente al suo desk gestendo ogni possibile incombenza sempre con la sua inconfondibile eleganza e professionalità, ma anche con una buona dose di sangue freddo. Pur potendolo apprezzare prossimamente anche nella serie televisiva “The Continental”, in una sua versione più giovane, è proprio col quarto episodio di Wick che lo ammireremo per l’ultima volta così come ce lo ricordiamo.
Giovanni Scanu