Seulo, risolto il giallo della foto-tessera ritrovata a Trieste
Un collezionista di 57 anni ha ritrovato dei documenti in un mercatino delle pulci e ha cominciato la ricercaPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
«Se non ci cercano per una cospicua eredità, almeno non siano debiti da saldare. Allora, aspettiamo Andrea a Seulo, per ringraziarlo di persona».
Parola dei tre fratelli, Fausto, Graziano, Mimira Murgia e dei loro cugini, Silverio Murgia e Dino Moi, discendenti diretti, di Adolfo Murgia, il seulese della leva 1884, che il collezionista triestino Andrea stava cercando attraverso il sito del nostro giornale, unionesarda.it, per consegnare alcuni documenti appartenuti al loro avo e trovati in un mercatino d’antiquariato. Unico indizio: una foto, luogo e data di nascita, Adolfo Murgia, classe 1884, di Seulo.
In paese
Non è stato facile trovare i discendenti a Seulo. Si tratta di pronipoti, figli di cugini in primo grado di Adolfo; il nonno Salvatore, era fratello di Petronilla Murgia, la madre di Adolfo. Hanno 416 anni in cinque, guidano ancora tutti l'auto. Il maggiore, Fausto, 91enne, va regolarmente all'orto con la sua Fiat Panda. Vivono a Seulo, eccetto Dino Moi, 82 anni, pensionato della Marina militare, trapiantato a Roma. «Di Adolfo – dicono - non abbiamo mai sentito parlare e comunque non ricordiamo nulla».
L’avo
Adolfo Murgia, capostazione a Cagliari, fu anche militare di Fanteria; padre di Bernardino, nato a Milano, studente di Economia e commercio a Roma, tesserato al Comitato olimpionico della Nazionale di scherma. I loro documenti, ben conservati, all'interno di una busta, sono finiti sul banco di un mercato delle pulci, a Trieste, acquistati da Andrea, appassionato di anticaglie e cimeli militari.
Caduti chissà da quali tasche o dimenticati in quali cassetti, di un mondo ancora tutto tangibile, quando per cercarsi bisognava scarpinare. Di sicuro, conosciamo soltanto il capolinea del viaggio bizzarro intrapreso chissà per quale circostanza o errore, lungo un secolo, o giù di lì, da questi testimoni di carta, di antenati e intoppi quotidiani.Il collezionista triestino, 57enne, è riuscito nell'impresa di trovare gli eredi di Adolfo, grazie a un colpo di fortuna, che si chiama Pino Ledda: cittadino onorario di Seulo, dove vive da sette anni, si dedica allo studio demografico e genealogico della comunità. Ledda, ha raccolto una mole poderosa di dati: 25mila fotografie, registrate cento ore di interviste, ai grandi vecchi, custodi della memoria della storia minuta; ha ricostruito le genealogie, dal 1570 a oggi, di settanta famiglie seulesi.
La ricerca
Tra queste, anche quella del padre di Adolfo: Bernardino Murgia, classe 1849 passato a miglior vita nel 1928, maestro elementare, al quale negli anni Sessanta fu intitolata la scuola del paese.
Racconta Pino Ledda: «Bernardino Murgia (senior) fu anche flebotomo patentato, risorsa preziosa alla comunità allora, come oggi, senza medico. Autoprodusse la pubblicazione di sei opuscoli, incentrati su temi cruciali della convivenza civile: divorzio, giustizia, rapporto Stato e Chiesa, Sanità, ruolo dell'amministrazione locale, anche una raccolta di favole e novelle. Nel 1882, sposò Petronilla Murgia, che gli diede quattro figli, il primogenito fu Adolfo Sisinnio Armando, nato a Seulo, il 5 marzo 1884, morto a Cagliari il 9 giugno del 1940, sepolto nel cimitero di Bonaria. Fratelli di Adolfo furono Lavinia, (classe 1885) morta nel 1976, vedova, di Vincenzo Presti; Torbeno (1887) fu sindaco di Seulo nel triennio 1914/1916, morto a Sassari nel 1963; Perpetua (1889) sposata a Gadoni con il possidente Francesco Floris. La madre di Adolfo, Petronilla, morì di tbc nel 1900. Il padre di Adolfo, nello stesso anno, a Seulo, sposò in seconde nozze la cagliaritana, Pietrina Carta, maestra, dalla quale, nel 1903, ebbe la quinta figlia, Esilda, sorellastra di Adolfo».
L’albero genealogico
Il genealogista ripercorre la discendenza dai pronipoti all'antenato: «Fausto, Graziano e Mimira Murgia, sono figli di Placido (noto Pichireddu) cugino di primo grado di Adolfo, nonchè figlio di Salvatore (Pichiri) il fratello di Petronilla, la madre di Adolfo; le due sorelle di Placido: Mariuccia, era la madre di Dino Moi, e Iolanda, di Silverio Murgia. In paese, le tracce di Adolfo riprendono nel 1943. Anno in cui Maria Osti, ormai vedova di Adolfo, e i figli Bernardino e Domenica, per sfuggire ai bombardamenti su Cagliari, sfollarono a Seulo, accolti in casa da Antonio Moi (Guerfu) padre di Lillina, la centenaria scomparsa lo scorso anno, che li ricordava benissimo».
Paola Mura Ruggiu