Sardegna, un’Isola di vecchi: pochi lavoratori e welfare a rischio
Carta (Acli): «Dati allarmanti, i giovani scompaiono»Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
L’avvio al pensionamento dei nati intorno alla metà degli anni Sessanta segna il punto di non ritorno. Altro che inverno demografico, ormai si va dritti verso la catastrofe. Le nostre comunità saranno fatte di pochissime anime, vecchie, e sole, perché anche le famiglie sono entità in via d’estinzione.
E se oggi in Sardegna ci sono 58 persone non attive ogni 100 che lavorano (un dato in linea con la media nazionale), si stima che in un futuro non tanto lontano, nel 2050, il rapporto sarà di uno a uno, e nessun’altra regione d’Italia avrà uno squilibrio così critico tra chi non lavora e chi ha un’occupazione e contribuisce a sostenere lo Stato sociale.
Dalle previsioni sulla popolazione elaborate dal Crei Acli su dati Istat, l’Isola continua a registrare le peggiori performance in quasi tutti gli indicatori, mentre a livello strategico-politico non si intravedono contromisure efficaci per invertire la rotta.
L’articolo completo di Cristina Cossu su L’Unione Sarda oggi in edicola e sull’App Digital