Il giorno dopo l'ufficialità della sua candidatura a sindaco per il centrodestra, Paolo Truzzu ha dato il via alla sua campagna elettorale. Prima tappa: il mercato di San Benedetto. "Uno dei luoghi simboli della cagliaritanità, non potevo che partire da lì".

Le reazioni?

"Molto positive, c'è voglia di partecipazione. Ma gli operatori mi hanno anche spiegato di sentirsi abbandonati. Giusto per ricordarmi che c'è da fare su tantissimi fronti".

Impiegato comunale, 46 anni, sposato e padre di due bimbe, attivissimo sui social, ha iniziato a fare politica nel 1991 tra le fila del Msi e oggi è consigliere regionale di Fratelli d'Italia.

Eppure viene da una famiglia socialista.

"È vero, ma quella era l'epoca di tangentopoli e della partitocrazia più purulenta. Volevo cambiare e nel Msi trovai la comunità che condivideva i miei stessi valori".

Tornando a oggi, vista l'emergenza rifiuti bloccherebbe il porta a porta?

"La differenziata e il porta e porta non vanno cancellati ma sicuramente riorganizzati. Questo è un sistema superato, se sarò eletto incontrerò i funzionari e le ditte appaltatrici per capire dove e come migliorarlo. Ad esempio penso a isole ecologiche di quartiere, magari a scomparsa. Di certo così è una schiavitù e non può funzionare".

Lo stadio è una priorità?

"Assolutamente sì, rappresenta una grandissima occasione di sviluppo e di creazione di ricchezza. Mi lasci dire però che le decisioni importanti non si prendono con l'acqua alla gola, come ha fatto la giunta Zedda nell'ultima seduta utile del Consiglio".

È vero che vuole riportare le auto nel Corso?

"Non ho mai detto questo, ho solo parlato della possibilità di agevolare il carico e scarico merci. Noi non siamo contro le pedonalizzazioni che a Cagliari sono state inaugurate dal centrodestra con Emilio Floris, ma chiudere le strade senza un progetto non serve. Bisogna contemperare le esigenze anche dei cittadini e delle imprese".

Anfiteatro e Fiera.

"L'Anfiteatro è da riaprire, anche agli spettacoli. Si può fare, studiando metodi adeguati. Sulla Fiera non ho cambiato idea: bisognerebbe spostarla e usare quell'area per completare la cittadella sportiva, realizzando un parco urbano e strutture ricettive. E poi c'è da ragionare molto sul Poetto come sistema economico e produttivo e su Molentargius, dove nessuno sa bene cosa deve fare per vedere i fenicotteri".

Il porto è in agonia.

"È un tema cruciale. Quando Ottone Bacaredda ha portato Palazzo di Città da Castello a via Roma aveva già capito quale fosse la strada dello sviluppo. Ma dopo 120 anni non abbiamo ancora valorizzato una realtà importantissima. Il porto ha potenzialità turistiche e commerciali enormi, non coglierle sarebbe grave".

La prima cosa che farà qualora fosse eletto?

"Un'immediata opera di pulizia straordinaria della città che oggi è in condizioni indecorose. La seconda sarà invece lavorare sul personale comunale che in questi anni è stato poco valorizzato. È fondamentale ricreare un senso di appartenenza sapendo che chi sta fuori dal palazzo è il nostro cliente".

Un giudizio sugli anni di Zedda?

"Ha fatto ordinaria amministrazione, occupandosi principalmente di arredo urbano. Ora serve una visione coraggiosa che ci permetta di disegnare la Cagliari del futuro come porta della Sardegna, capace di investire sulla ricerca e l'innovazione, attrattiva per i nostri giovani e per chi viene da fuori".

Chi voterebbe alle primarie del centrosinistra?

"Mi asterrei, anche se il metodo delle primarie mi piace".

Tra i sindaci del passato a chi si ispira?

"Facile: Mariano Delogu, perché ho visto com'era Cagliari prima e come l'ha lasciata. Lui però non sarà mai avvicinabile. È stato un gigante per efficienza, sobrietà e capacità di interpretare il ruolo istituzionale".

Perché ha accettato di fare il presidente della commissione bilancio in Regione?

"Perché oggi sono un consigliere regionale e non rinuncio a fare il mio lavoro".

Vincerà Paolo Truzzu?

"Vinceremo assieme: io, la coalizione e i cittadini".

Massimo Ledda

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