«Non torneremo più indietro. Ci presenteremo anche alle elezioni comunali di Cagliari e Sassari. Come le altre regioni europee con una forte identità e autonomia, la Sardegna deve avere una proposta politica non residuale rispetto a Elly Schlein e Giuseppe Conte, a Giorgia Meloni e Matteo Salvini. Abbiamo cuore, testa, capacità, forza per rappresentarci da soli. In maniera onesta: leale e aperta a tutti quanti, ma veramente mai più sotto nessuno, nemmeno sotto la politica italiana».

Quella di Soru è una vera e propria chiamata alle armi. L’ex governatore chiude definitivamente col centrosinistra e lancia una sua forza pronta a presentarsi anche alle elezioni comunali. Da Macomer, dopo un muro contro muro durato settimane, arriva la chiusura definitiva.

Il fondatore di Tiscali attacca anche la destra («Sappiamo da dove viene e dove ci vuole portare, ci vogliono deboli e rassegnati, si richiamano al Movimento sociale e Crosetto a Cagliari è venuto a dire che abbiamo la vocazione naturale a fare il poligono militare»), ma è pesantissimo l’affondo nei confronti del centrosinistra e di quello che fino a poco tempo fa era il suo stesso partito.

«Dall’altra parte c’è una proposta altrettanto inaccettabile: populista, massimalista, giustizialista, antieuropeista, qualche volta terrapiattista, qualche volta con la destra, qualche volta con la sinistra e domani chissà dove, fuori da ogni affidabilità politica , fuori da ogni progetto chiaro».

(Unioneonline/L)
 

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