In Sardegna la mancata riapertura di alcuni esercizi commerciali (librerie, cartolerie, negozi di vestiti per bambini) prevista dall'ultimo Decreto del presidente del Consiglio innesca la polemica politica.

La decisione del governatore Christian Solinas di non dare l'ok alle riaperture consentite dal Governo ha infatti suscitato la veemente reazione dell'opposizione.

"Più che della chiusura di librerie e cartolibrerie il presidente della Regione dovrebbe occuparsi dell'emergenza contagi che riguarda le strutture sanitarie. I dati che ha fornito lui stesso dicono che il 69% delle persone contagiate ha contratto il coronavirus in strutture sanitarie", ha incalzato il segretario regionale Pd Emanuele Cani (Qui la nota).

"Appare sin troppo chiaro che l'ultima ordinanza, che segue l'onda verde leghista, sia pretestuosa e studiata per minimizzare l'inadeguatezza e l'inadempienza rispetto alla salute dei sardi - sostiene Cani - cercando di nascondere un fatto grave: si sposta l'attenzione dei cittadini impedendo l'apertura di librerie e cartolibrerie per non affrontare e dire le difficoltà e le evidenti problematiche che riguardano il funzionamento dell'emergenza che sta in capo all'assessore alla sanità, da giorni assente dalle scene regionali".

"Ci chiediamo su quali basi la Regione Sardegna, che parla di necessità di sostenere le imprese, abbia invece deciso di smentire le decisioni prese a livello nazionale", dice invece Francesco Agus, capogruppo dei Progressisti in consiglio regionale.

LE REAZIONI - A difendere l'operato del governatore, è intervenuto l'assessore regionale alla Pubblica Istruzione, Andrea Biancareddu. "Trovo - commenta in una nota l'assessore - assolutamente ingiuste e prive di fondamento le accuse lanciate dopo l'ultimo Decreto firmato dal Presidente Solinas, sul permanere della chiusura di alcune attività comprese le librerie". "Davvero - aggiunge Biancareddu - mi stupisco di come si possa travisare la realtà. Il Presidente Solinas ha annunciato le limitazioni dopo aver sentito il parere dei componenti del Comitato scientifico che hanno fornito attraverso la lettura dei dati, il loro parere a supporto della decisione. In secondo luogo mi chiedo come si possa pensare in questo momento delicatissimo, dove la Sardegna sta cercando di fermare il contagio, di consentire l'apertura di quelle attività, comprese le librerie, che inevitabilmente comporterebbero dei rischi enormi per l'incolumità sia dei lavoratori che delle persone. Non è certo il momento di abbassare la guardia. Verrà il tempo - sottolinea ancora Biancareddu - per consentire le parziali aperture di altri esercizi commerciali. Evitiamo di spargere inutili e dannosi "veleni" politici che non servono a nessuno. I libri si possono comprare attraverso la vendita a domicilio, on line o nelle edicole regolarmente aperte. Oggi, non ci sono le condizioni per allentare le misure restrittive che siamo i primi a voler rivedere, ma in totale sicurezza, per la tutela della salute pubblica e dei cittadini. Pochi metterebbero a serio rischio molti sardi e questo sarebbe assurdo".

Sulla stessa lunghezza d'onda Dario Giagoni, capogruppo della Lega: "Stiamo attraversando una fase molto delicata della diffusione epidemiologica da Covid-19 e per tale ragione dobbiamo essere cauti e non lasciare che il desiderio e la volontà di allentare le misure nell'immediato prendano il sopravvento rispetto alla valutazione oggettiva della nostra condizione", scrive Giagoni in una nota.

Aggiungendo: "invitiamo gli onorevoli colleghi consiglieri che, con scopi meramente propagandistici, scaricano qualsiasi responsabilità dei contagi sulla Giunta di esimersi dal pronunciare queste vergognose affermazioni e riflettere attentamente sulla gravità della situazione in altre zone della penisola e del mondo intero".

(Unioneonline/l.f.)

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