Mentre proseguono le polemiche sulla gestione politica e pratica degli sbarchi, a Lampedusa sono arrivati all’alba 38 migranti originari di Costa d'Avorio, Guinea e Mali. Su un barchino di 7 metri erano partiti da Sfax in Tunisia, e sono stati intercettati dalla motovedetta Cp319 della Capitaneria. Il gruppo è stato trasbordato e il natante lasciato alla deriva.

Dopo un primo triage sanitario al molo Favarolo, sono stati portati all'hotspot di contrada Imbriacola dove ci sono 1.082 ospiti. Nei giorni scorsi si era arrivati ad oltre 1,500 presenze. Ieri, a Lampedusa, con 5 diverse imbarcazioni, erano giunti 127 migranti.

Sul tema, sottolinea oggi il ministro degli Esteri Antonio Tajani, “abbiamo posto un problema politico, non volevamo creare alcuna polemica. Da parte della Francia c'è stata una reazione sproporzionata, anche per questioni loro di politica interna. Vogliamo un'azione europea più forte, perché i settemila chilometri di costa italiana sono la frontiera Sud dell'Europa. Anche Manfred Weber, il presidente del Ppe, ci ha dato ragione".

Tajani inoltre, sempre nell’intervista al Corriere, sottolinea la necessità di una “scelta condivisa sul ricollocamento”, e di bloccare gli sbarchi: “Quando si prendono le barche dei trafficanti si distrugge il motore - aggiunge il ministro -. Servono un vero Piano Marshall europeo per l'Africa e accordi con Libia, Tunisia, Marocco, Niger e altri Paesi del Sahel. Nel 2050 gli africani saranno quasi tre miliardi. Il problema va risolto a monte affrontando i cambiamenti climatici, le malattie, la povertà, le guerre, il terrorismo".

L’Italia, dice ancora, non è isolata: “In Europa, Germania e Lussemburgo rispetteranno i patti, come noi. E sono solidali anche Grecia, Malta e Cipro, che hanno firmato con l'Italia una dichiarazione congiunta dei ministri dell'Interno perché hanno lo stesso problema".

Indispensabile, però, “difendere le ragioni dell'Italia. Non può passare il principio che le Ong si mettono d'accordo e prendono a bordo i migranti". L'Italia chiede a questo proposito "che la Commissione Ue faccia un codice di condotta per le Ong".

Riconoscendo il ruolo delle Organizzazioni non governative, l’ambasciatore tedesco in Italia ha scritto su Twitter: “Nel 2022 sono già oltre 1300 le persone disperse nel Mediterraneo. Un 12% dei sopravvissuti sono stati salvati dalle Ong. Loro salvano vite laddove l’aiuto da parte degli Stati manca – conclude Viktor Elbling -. Il loro impegno umanitario merita la nostra riconoscenza e il nostro appoggio”.

(Unioneonline/s.s.)

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